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Arrembaggio hacker all’associazione degli assicuratori Ania

Altro che ‘Apriti Sesamo”. La caverna digitale in cui sono custoditi i tesori degli assicuratori si è spalancata con “Admin Admin”.  Si potrebbe banalmente etichettare l’episodio come l’ennesima burla e non dare alcun peso al ulteriore dimostrazione di incapacità e di impreparazione nella gestione del patrimonio informatico anche da parte di chi certi rischi non può non conoscerli.

L'Ania, associazione delle assicurazioni italiane, è l'ultimo bersaglio degli hacker


In un Paese in cui ci sono più esperti di cybersecurity che elettrauto o panettieri, dove chi non ha un mestiere si autoproclama “digital-qualcosa”, dove la Ministra per l’Innovazione dice di fare quel che nemmeno Dio potrebbe, un gruppo di Monelli continua a prendersi gioco di tutti.

Ne fanno le spese le impomatate realtà che forse sono i tasselli del processo di digitalizzazione su cui il premier Conte (nel corso della scampagnata a Villa Pamphilj per i tanto simpatici quanto inutili Stati Generali) dice di fondare il futuro dell’Italia e che invece sono pessimi esempi dell’inqualificabile ed inaffidabile informatizzazione nazionale.

I venti archivi elettronici della Associazione Nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania), che sarebbero preda del impertinente gruppo hacker italiano LulzSec_ITA, dovrebbero essere lo spunto per qualche elementare riflessione.

Invece, complice la stampa disinteressata a quel che le Agenzie non riportano, vige la regola del far finta di nulla, perché ciò che non finisce sui media è come se non fosse mai accaduto.

Ma, un attimo, i “signori” dell’ANIA sono gli stessi cui compete la redazione delle regole della “assicurabilità” dei sistemi informatici che possono essere attaccati dai criminali tecnologici?

di Umberto Rapetto (Infosec.news)

Note Autore

Umberto Rapetto Umberto Rapetto

Ex Ufficiale della Guardia di Finanza, inventore e comandante del GAT (Nucleo Frodi Tecnologiche), giornalista, scrittore e docente universitario, ora startupper in HKAO. Noto come lo "Sceriffo del Web": un tipo inadatto ai compromessi. Fa parte del Comitato Scientifico di Federprivacy. Twitter @Umberto_Rapetto

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