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Grecia: politici sorvegliati da spyware mentre comunicavano con i loro colleghi europei

I ministri del governo greco sono stati sorvegliati da spyware, anche quando comunicavano con i loro colleghi europei. Ma le istituzioni dell’UE insistono nel considerare la questione un affare nazionale. L’Autorità greca per la protezione dei dati ha informato che sono 92 le personalità greche, tra cui politici, ministri e giornalisti, che hanno ricevuto SMS infetti associati a Predator, uno spyware simile a Pegasus.

Come riferisce Euractiv, i messaggi contenevano un breve testo e un link a un sito web, che assomiglia molto a un noto sito web dedicato principalmente alle notizie.Ogni messaggio era personalizzato per la specifica persona a cui era stato inviato.

Sono stati inviati più di 350 SMS relativi allo spyware a potenziali obiettivi di Predator, alcuni dei quali attraverso la piattaforma elettronica dello Stato per la vaccinazione durante la pandemia.

L’uso di spyware in Grecia è illegale, anche per le agenzie governative.

Una volta installato sul telefono, lo spyware Predator può accedere a password, file, foto, cronologia del browser o contatti. Un giornalista investigativo greco già vittima dello spyware Predator, Thanasis Koukakis, ha dichiarato che questa volta “si tratta di ministri, come il ministro degli Affari esteri”.”Stiamo parlando di persone che hanno partecipato al Consiglio europeo. Mentre chiamavano altri ministri europei, erano sotto sorveglianza”.

A maggio, il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias ha dichiarato in un’intervista a Mega TV che, nel caso in cui il suo telefono fosse stato messo sotto controllo, sarebbe stato un “reato non solo in Grecia, ma in diversi Paesi del mondo, perché non chatto solo all’interno del Paese”.L’eurodeputata olandese Sophie in ‘t Veld, che ha guidato il processo di indagine Pegasus, ormai concluso, in seno al Parlamento europeo, ritiene che ciò potrebbe avere ripercussioni sul Consiglio europeo, sulla Commissione e su altri organismi dell’UE come l’agenzia di frontiera Frontex.

Ha denunciato che “l’Unione europea ha tutte le ragioni per indagare in modo approfondito”. Tuttavia, le istituzioni dell’UE hanno finora taciuto sulla questione, ritenendola di competenza delle autorità nazionali.In ‘t Veld aveva già raccontato in precedenza a Euractiv la sua insoddisfazione per la mancanza di interventi da parte della Commissione Europea in materia di spyware. Secondo la Commissione, l’applicazione della legge sui programmi spia spetta agli Stati membri. Tuttavia, In ‘t Veld ritiene che questa sarebbe solo una “foglia di fico” e un pretesto per l’istituzione per non fare il proprio lavoro.

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