Germania e Francia ora vogliono controllare tutti i propri dati
Un accordo firmato il 19 settembre per un piano comune sull’intelligenza artificiale applicata a manifattura e produzione industriale e l’idea di mettere in piedi un infrastruttura cloud indipendente dai servizi forniti dai giganti del web americani. Germania e Francia guardano al futuro e scendono in guerra per il controllo dei propri dati.
Gaia-X, questo il nome scelto per il progetto stando a Politico, vuol evitare che le forze di polizia, gli ospedali, istituzioni si affidino ai server di Amazon, Google, Ibm o Microsoft. Per usare le parole della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, bisognerà insomma avere una “autonomia strategica” e difendere gli interessi europei.
Peter Altmaier, ministro federale dell'economia tedesco, su questo sembra avere le idee chiare, come riporta l’Handelsblatt, quotidiano economico: "I dati diventeranno la materia prima più importante del futuro. La Germania e l'Europa hanno quindi bisogno di un'infrastruttura che ci garantisca la sovranità su di essi". Oltralpe paragonano le informazioni al gas naturale, una risorsa che non può esser lasciata nelle mani di pochi, soprattutto se non sono europei.
Vien da dire che ormai, in un regime di quasi monopolio delle compagnie statunitensi in fatto di servizi cloud, questa chiamata alle armi arriva forse in ritardo rispetto a quando avrebbe dovuto esser lanciata. E questo non vale solo per Francia e Germania ma riguarda tutta Europa, Italia compresa.
Lo scorso anno ad esempio Satya Nadella, a capo di Microsoft, a Milano ha presentato l’accordo con Poste Italiane. “Per avere successo, poco importa che si tratti di una compagnia o una nazione, bisogna abbracciare la tecnologia e i suoi strumenti”, disse in quell’occasione. E Microsoft, come altre multinazionali a stelle e strisce, quegli strumenti li ha, cominciando dai 54 datacenter sparsi per il mondo in grado di servire chiunque ovunque esso sia.
Ora però ci si accorge che affidare dei servizi online di soggetti pubblici, sensibili o strategici, rappresenta un rischio troppo grosso da correre e che quindi bisognerà dar vita a strutture europee capaci di rivaleggiare con quelle offerte da Stati Uniti e Cina. In un’ipotetica guerra commerciale all’ultimo sangue, ci potremmo ritrovare d’improvviso con pezzi delle istituzioni, dei servizi fondamentali ai cittadini o della produzione incapaci di funzionare. O almeno è questo che temono a Berlino e a Parigi.
Fonte: Repubblica