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Privacy, oltre 400 milioni di euro di sanzioni in Europa nel 2019
Studio di Federprivacy rileva che lo scorso anno sono state 190 le multe comminate dalle autorità per la privacy nello SEE per un totale di 410 milioni di euro. Il Garante italiano è l'authority più attiva con 30 provvedimenti, mentre la più severa è quella del Regno Unito con sanzioni per 312 milioni. Ancora all'asciutto Irlanda e Lussemburgo. Bernardi: "Fenomeno di autorità di controllo a doppia velocità". Il 44% dei casi per trattamenti illeciti di dati. Settore più colpito quello della p.a. con il 17% del totale delle multe
Quella dei feti sepolti con i nomi delle mamme è una vicenda disarmante
Il guazzabuglio della vicenda romana dei feti sepolti con i nomi delle mamme (e anche contro la volontà delle stesse) contiene oggettivamente un’accozzaglia di incompetenze ed anche di contraddizioni e di ipocrisie. Non a caso il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di aprire un’istruttoria per fare luce su quanto accaduto e sulla conformità dei comportamenti, adottati dai soggetti pubblici coinvolti, con la disciplina in materia di privacy.
Si confidavano al telefono per conoscere il loro futuro ma venivano registrati dalla società di chiaroveggenza online che violava la privacy
I clienti raccontavano le loro esperienze e le proprie storie sentimentali ai medium rivelando informazioni sensibili sul proprio conto, come le condizioni di salute e l’orientamento sessuale, con la speranza di conoscere il loro futuro, ma non sapevano che facendo quelle confidenze intime al telefono o tramite chat stavano dicendo addio alla loro privacy.
Telemarketing aggressivo e senza consenso deli utenti: il Garante Privacy sanziona Enel Energia per 26,5 milioni di euro
Il Garante per la protezione dati personali ha inflitto a Enel Energia una sanzione di oltre 26 milioni e 500 mila euro per il trattamento illecito dei dati personali degli utenti a fini di telemarketing. Oltre al pagamento della multa, la società dovrà adottare una serie di misure dettate dall’Autorità per conformarsi alla normativa nazionale ed europea sulla tutela dei dati.
Ucraina, non è una buona idea usare un software vietato per stanare i nemici
Timeo Danaos et dona ferentes, sono le parole che Virgilio fa pronunciare a Laocoonte, per dissuadere, senza successo, i Troiani dall’accogliere nella città il cavallo di legno lasciato dai Greci. Sono parole che, egualmente senza successo, qualcuno magari avrà pronunciato – o avrebbe dovuto pronunciare – al Governo ucraino quando ClearviewAI, la società di riconoscimento facciale che batte bandiera americana, gli ha offerto gratuitamente i propri servizi per – stando a quanto ha riferito tra le prime la Reuters – “scoprire assassini russi, combattere la disinformazione e identificare i morti”.
Una delibera assembleare non autorizza il datore di lavoro a mettere i dipendenti alla gogna di fronte ai loro colleghi
Si dovrà ora rassegnare a rispettare la normativa sulla privacy, la cooperativa di pulizie che ogni settimana affiggeva imperterrita nella bacheca aziendale un cartello con le foto dei lavoratori associate a delle “faccine” che rappresentavano i giudizi espressi su di loro e anche le eventuali contestazioni disciplinari adottate nei loro confronti, etichettandoli davanti a colleghi e perfino ad estranei con aggettivi come “assenteista”, “simulatore di malattia”, “scarso servizio”, oppure “licenziato”.
‘Il riconoscimento facciale viola la privacy degli utenti’: le autorità di Francia e Regno Unito contro Clearview
Le autorità europee per la protezione dei dati personali sono sempre più sul piede di guerra contro Clearview AI, la nota azienda statunitense che sviluppa un software di riconoscimento facciale usato dalle forze di polizia in diversi paesi, ma che potrebbe vedere successivamente una più ampia diffusione in altre parti del mondo.
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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai
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