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Visualizza articoli per tag: sanzioni

La piattaforma di shopping online che obbliga i clienti a registrarsi come utenti sul sito anche per fare anche un singolo acquisto viola il GDPR. Lo evidenzia quanto accaduto a Verkkokauppa.com, azienda finlandese che vende i suoi prodotti sia con consegna a domicilio sia attraverso 4 megastore e oltre 2500 punti di ritiro, che fattura oltre 500 milioni di euro l’anno.

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Una sanzione di 20mila euro è stata comminata dal Garante Privacy ad un chirurgo per aver pubblicato sul proprio profilo Instagram le foto di una paziente prima e dopo un intervento di lifting del volto, peraltro, senza avere acquisito il consenso alla diffusione delle immagini.

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Costa caro al primo cittadino installare telecamere sulle strade senza alcun cartello informativo confidando solo sulla capacità tecnica della sua società partecipata. Che a sua volta incorrerà in ulteriori pesanti sanzioni se ha divulgato foto e video dei trasgressori sui social senza nominare il proprio responsabile per la protezione dei dati. Lo ha chiarito il Garante privacy con due severe ordinanze ingiunzioni adottate il 28 aprile 2022 rispettivamente a carico del comune di Taranto e della sua società partecipata.

Nuovi guai per Google e Amazon in Europa. Questa volta i due colossi sono finiti nel mirino della Cnil (Commission nationale de l’informatique et des libertés), l’equivalente francese del nostro garante della privacy, per aver violato le norme sull’uso dei cookies di tracciamento online.

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Il quotidiano francese “Le Figaro” è stato sanzionato per 50.000 euro dall'autorità di controllo per la protezione dei dati nazionale (CNIL) a seguito di alcune segnalazioni ricevute per cui il sito web del noto editore avrebbe installato cookie pubblicitari di terze parti sui dispositivi degli utenti senza il loro consenso, e che quindi sarebbero stati profilati a loro insaputa. 

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Sui siti web www.facebook.com e www.google.fr, nonché su www.youtube.com agli utenti non è consentito rifiutare i cookie con la stessa semplicità con cui li accettano, e questo significa che di fatto sono indotti (o forse rassegnati) a essere tracciati e profilati nei loro comportamenti online, dovendosi quindi sorbire pubblicità mirata in base ai loro gusti e alle loro preferenze, e anche “consentire” non proprio volontariamente che i loro dati personali vengano condivisi con agenzie di marketing e altre terze parti. Questi sono i motivi per cui l’autorità di controllo francese (CNIL) ha inflitto sanzioni da record a Google e a Facebook, rispettivamente 150 milioni di euro, e 100 milioni di euro.

L’autorità per la protezione dei dati francese (CNIL) ha sanzionato Apple per 8 milioni di euro per aver violato le norme francesi sulla protezione dei dati tramite gli annunci pubblicitari mirati sull'App Store.

Momento duro per TikTok, il network di condivisione video molto in voga tra gli adolescenti e non solo. Il social, di proprietà del colosso cinese Bytedance (registrato ufficialmente alle isole Cayman), è infatti stato condannato in Francia a pagare una multa da 5 milioni di euro per non aver incluso sul suo sito web un sistema che permetta agli utenti di rifiutare in modo chiaro e semplice i cookie, lo strumento informatico che consente alle piattaforme internet di raccogliere informazioni sulle interazioni degli utenti, per poi inviare pubblicità mirate.

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Le norme europee sulla protezione dei dati personali si sono scontrate ancora una volta con un colosso tecnologico statunitense. La Commission Nationale de l'Informatique et des Libertés (CNIL), che è l'autorità per la privacy francese, ha infatti sanzionato Microsoft per 60 milioni di euro per aver imposto l'installazione di cookie pubblicitari agli utenti di Bing, che è il terzo motore di ricerca più utilizzato al mondo dopo Google e Baidu.

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Mentre si naviga su internet a volte risulta davvero fastidioso essere perseguitati da spot pubblicitari disseminati un po’ ovunque tra siti web e app, ma può essere ancora più invasivo se la pubblicità la troviamo addirittura infilata tra una mail e l’altra come fossero normali messaggi ricevuti nella nostra casella di posta elettronica.

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