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È intervenuto il 17/2/2021 il provvedimento dell'AGCM con il quale è stata irrogata a Facebook (nel dettaglio, Facebook Ireland Ltd. e la sua controllante Facebook Inc.) una sanzione di complessivi sette milioni di euro per le pratiche commerciali scorrette poste in essere non informando adeguatamente gli utenti delle finalità commerciali sottese alla raccolta dei loro dati personali.

Arriva una prima multa per Facebook dopo lo scandalo di Cambridge Analytica che ha violato i dati di 87 milioni di utenti del social media nel mondo. E a infliggerla è il Regno Unito. Secondo l'Information Commissioner's Office (Ico), l'authority britannica sulla privacy e i dati, la piattaforma social di Mark Zuckerberg ha violato la legge non tutelando gli utenti. E la sanzione è pesante: mezzo milione di sterline, pari a 663mila dollari. È la massima multa prevista dalla legislazione della Gran Bretagna per questo tipo di infrazioni.

Multa dell’Antitrust a Facebook per 10 milioni di euro. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha chiuso l’istruttoria, avviata nel mese di aprile 2018, nei confronti di Facebook Ireland Ltd. e della sua controllante Facebook Inc. per presunte violazioni del Codice del Consumo, irrogando alle società due sanzioni per complessivi 10 milioni di euro.

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Facebook dovrà pagare una multa da 5 miliardi di dollari per le sue violazioni della privacy degli utenti, a partire dal caso Cambridge Analytica. La decisione è stata presa, a seguito di un patteggiamento con la società, dalla Federal Trade Commission americana. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, la multa è la più grande mai comminata contro una società hi-tech.

Il Garante privacy ha sanzionato per 240mila euro il Gruppo Benetton per aver trattato illecitamente i dati personali di un numero rilevante di clienti ed ex clienti. Assenza di adeguate misure di sicurezza e conservazione senza limiti temporali di dati personali ai fini di marketing e di profilazione, le violazioni più gravi. I dati dei clienti venivano raccolti attraverso l’iscrizione al servizio e-commerce, al programma fedeltà e alla newsletter promozionale.

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A partire da dicembre 2018, il Centro di Psicoterapia Vastaamo era rimasto vittima di alcuni attacchi informatici da parte di hacker che erano riusciti a trafugare i dati di almeno 22mila interessati, e qualche tempo dopo clienti e dipendenti della clinica avevano iniziato a ricevere messaggi di tentativi di estorsione da parte dei cybercriminali che chiedevano loro un riscatto per non divulgare le loro informazioni sensibili.

La piattaforma di shopping online che obbliga i clienti a registrarsi come utenti sul sito anche per fare anche un singolo acquisto viola il GDPR. Lo evidenzia quanto accaduto a Verkkokauppa.com, azienda finlandese che vende i suoi prodotti sia con consegna a domicilio sia attraverso 4 megastore e oltre 2500 punti di ritiro, che fattura oltre 500 milioni di euro l’anno.

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Costa caro al primo cittadino installare telecamere sulle strade senza alcun cartello informativo confidando solo sulla capacità tecnica della sua società partecipata. Che a sua volta incorrerà in ulteriori pesanti sanzioni se ha divulgato foto e video dei trasgressori sui social senza nominare il proprio responsabile per la protezione dei dati. Lo ha chiarito il Garante privacy con due severe ordinanze ingiunzioni adottate il 28 aprile 2022 rispettivamente a carico del comune di Taranto e della sua società partecipata.

Nuovi guai per Google e Amazon in Europa. Questa volta i due colossi sono finiti nel mirino della Cnil (Commission nationale de l’informatique et des libertés), l’equivalente francese del nostro garante della privacy, per aver violato le norme sull’uso dei cookies di tracciamento online.

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Il quotidiano francese “Le Figaro” è stato sanzionato per 50.000 euro dall'autorità di controllo per la protezione dei dati nazionale (CNIL) a seguito di alcune segnalazioni ricevute per cui il sito web del noto editore avrebbe installato cookie pubblicitari di terze parti sui dispositivi degli utenti senza il loro consenso, e che quindi sarebbero stati profilati a loro insaputa. 

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Il presidente di Federprivacy intervistato su Rai 4

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