Facebook, super multa da 5 miliardi per violazioni della privacy
Facebook dovrà pagare una multa da 5 miliardi di dollari per le sue violazioni della privacy degli utenti, a partire dal caso Cambridge Analytica. La decisione è stata presa, a seguito di un patteggiamento con la società, dalla Federal Trade Commission americana. Secondo quanto riporta il Wall Street Journal, la multa è la più grande mai comminata contro una società hi-tech.
L’authority americana aveva cominciato a indagare nel marzo del 2018 quando due giornali — l’Observer e il New York Times — rivelarono che Cambridge Analytica, una società di consulenza politica londinese, aveva usato senza autorizzazioni un’enorme quantità di dati presi da Facebook, relativi a circa 87 milioni di utenti. Tra gli utenti di Cambridge Analytica c’era stata la campagna elettorale di Donald Trump, il cui ideologo, Steve Bannon, era stato vicepresidente di Cambridge Analytica. dopo Finora la multa più salata contro un’azienda hi-tech per violazione della privacy era quella inflitta a Google nel 2012, pari a circa 22,5 milioni di dollari.
Facebook aveva già accantonato nei conti del primo trimestre dell’anno una cifra di 3 miliardi di dollari per far fronte alla sanzione. Gli utili dell’azienda ne avevano sofferto — ma i ricavi e gli iscritti alle piattaforme gestite da Zuckerberg continuano ad aumentare: nel primo trimestre del 2019, i ricavi sono stati di 15 miliardi, in crescita del 26 per cento rispetto a un anno prima, e oltre le attese degli analisti. E dopo la notizia del patteggiamento e della multa della FTC, le azioni di Facebook a Wall Street sono salite, chiudendo la giornata a +1,8 per cento.
La decisione di punire la società di Menlo Park, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, è stata presa a maggioranza, con i repubblicani (3) che hanno votato a favore e i democratici (2) contro. Sarà ora all’esame del Dipartimento di giustizia che però — come sottolinea ancora il Journal — difficilmente modifica le decisioni prese dalla Ftc. Oltre alla multa, la decisione del governo americano includerà nuove restrizioni all’utilizzo dei dati da parte della società di Zuckerberg.
Facebook, che lo scorso anno ha registrato 56 miliardi di ricavi, resta oggetto di indagini per potenziali violazioni alla privacy da parte dell’autorità garante irlandese, responsabile dell’applicazione del Gdpr, il regolamento per la protezione dei dati in Europa: una di esse riguarda l’archiviazione in chiaro di centinaia di milioni di password di Facebook e Instagram, emersa pochi mesi fa.
Fonte: Il Corriere della Sera