Garante Privacy: adottato definitivamente il Codice di condotta sulle informazioni commerciali
Il Garante per la protezione dei dati personali ha approvato la versione definitiva del Codice di condotta sulle informazioni commerciali, elaborato dall’Associazione nazionale tra le imprese di informazioni commerciali e di gestione del credito (Ancic). Il Codice è stato opportunamente aggiornato e integrato dopo la conclusione dell’iter di accreditamento dell’Organismo di monitoraggio (OdM).
Il nuovo testo, che acquisterà efficacia il giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, completa così l’iter di adozione del Codice di condotta già approvato dal Garante il 12 giugno 2019, la cui efficacia era stata però subordinata al completamento della fase di accreditamento dell’OdM, secondo quanto previsto dal Regolamento europeo in materia di privacy.
Il documento attribuisce all’OdM, fra l’altro, il compito di verificare l’osservanza del Codice di condotta da parte degli aderenti e di gestire la risoluzione dei reclami. L’organismo, esterno all’Ancic, è formato da cinque componenti, con un incarico quinquennale non rinnovabile.
Ciascun membro dell’OdM deve garantire un adeguato livello di competenza e un’approfondita conoscenza in materia di informazioni commerciali e di protezione dei dati, deve assicurare la massima imparzialità ed indipendenza e deve evitare ogni situazione di conflitto di interessi.
L’adozione definitiva del Codice di condotta sulle informazioni commerciali consentirà agli operatori del settore di operare in un quadro di regole certe.
Con il Codice infatti le società che offrono informazioni sull’affidabilità commerciale di imprenditori e manager potranno trattare i dati personali dei soggetti censiti senza richiederne il consenso, basandosi sul legittimo interesse, ma dovranno garantire maggiori tutele agli interessati, informandoli correttamente sui trattamenti effettuati e assicurando loro il pieno esercizio dei diritti previsti dalla normativa privacy, come l’opposizione al trattamento, la rettifica o l’aggiornamento dei dati.
Fonte: Garante Privacy