Salvo il rinvio alle norme che disciplinano specificamente la materia, il medico è un professionista e nessun professionista può correttamente operare, di regola, senza avere identificato il cliente/paziente. Nessun rapporto fiduciario può nascere in condizioni di anonimato e il rapporto medico-paziente è rapporto fiduciario per eccellenza, come tale richiamato anche nel codice di deontologia medica.
Si può pensare che un individuo resti momentaneamente ignoto allorché, per esempio, un medico intervenga sul medesimo in una situazione di obiettiva emergenza, dove la prestazione tesa a salvargli la vita dovrà precedere ogni altra preoccupazione. Ma la raccolta (o perlomeno la ricerca) dei dati per l'identificazione, qualunque sia l'esito dell'intervento, interverrà senz'altro successivamente. Analogamente si può affermare per il caso il ricovero di una persona al pronto soccorso in stato di incoscienza e priva di documenti.
Salvi dunque casi specifici, l'identificazione del paziente da parte del medico è operazione indispensabile e in condizioni, diciamole così, ordinarie è preliminare, ha da precedere tutte le altre.
