Sono da poco state pubblicate le faq del Garante in merito all'emergenza Covid consiglio di leggerle in quanto sono pratiche e di immediata applicazione.
Ma ancora un piccolo dubbio interpretativo rimane... riguardo la domanda che riporto di seguito
"Può essere resa nota l’identità del dipendente affetto da Covid-19 agli altri lavoratori da parte del datore di lavoro?"
Il Garante risponde in modo perentorio di No. Spetta alle autorità sanitarie competenti informare i “contatti stretti” del contagiato, al fine di attivare le previste misure di profilassi.
Le autorità sanitarie perciò avvieranno la loro indagine in base alle dichiarazioni del soggetto positivo ed a quelle ovviamente del datore di lavoro che ha il compito di aiutare l'autorità sanitaria nella difficile ricostruzione della catena dei contagi (come previsto dal Protocollo).
Io mi chiedo come posa il datore di lavoro ricostruire adeguatamente la catena dei contagi senza poter comunicare il nome del soggetto positivo ai colleghi, penso sia impossibile. A questo punto il datore dovrà dichiarare all'autorità sanitaria che il lavoratore è entrato in contatto con tutti i lavoratori dell'impresa con il concreto rischio di chiudere "i battenti" oppure dichiarare che è entrato in contatto solo con i colleghi dell'ufficio frequentato dal lavoratore, scoperto positivo, con il rischio di aver tralasciato altri contatti non previsti cioè lavoratori non coscienti del rischio di esser stati contagiati che eventualmente potranno intentare una causa contro il datore di lavoro che ha un obbligo di tutelare l'integrita fisica dei lavoratori ex 2087 c.c. .
Non sarebbe stato più semplice permettere al datore di lavoro di comunicare (non diffondere) il caso di positività in azienda, con le modalità idonee, per rendere consapevoli i lavoratori del rischio?