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Videosorveglianza illegittima, per il risarcimento del danno occorre dimostrare un pregiudizio effettivo

Videosorveglianza illegittima, per il risarcimento del danno occorre dimostrare un pregiudizio effettivo

Ai fini del risarcimento del danno non patrimoniale per violazione del diritto alla riservatezza, è necessario che l'offesa sia grave, ossia che il diritto sia inciso oltre una soglia minima, cagionando un pregiudizio effettivo. Occorre cioè una certa soglia di offensività, che renda il pregiudizio tanto serio da essere meritevole di tutela. Per valutare il livello della gravità della lesione e della serietà del danno deve procedersi ad un giudizio di bilanciamento tra il principio di solidarietà verso la vittima e quello della tolleranza, con la conseguenza che il risarcimento del danno non patrimoniale è dovuto solo laddove sia superato il pregiudizio di tollerabilità e il pregiudizio non sia futile. A ribadire queste regole è il Tribunale di Palermo con la sentenza n. 912/2021.

L'utilizzo dei captatori informatici nei luoghi di privata dimora

L'utilizzo dei captatori informatici nei luoghi di privata dimora

L'uso del captatore per una intercettazione tra presenti è ammissibile solo se l'indagine condotta riguarda la criminalità organizzata. Tuttavia, tali strumenti esistevano ed erano utilizzati già da prima. L'articolo 266-bis del codice di procedura penale, infatti, da tempo dispone che "Nei procedimenti relativi ai reati indicati nell'articolo 266, nonché a quelli commessi mediante l'impiego di tecnologie informatiche o telematiche, è consentita l'intercettazione del flusso di comunicazioni relativo a sistemi informatici o telematici ovvero intercorrente tra più sistemi".

Viola la privacy la normativa che rende pubbliche le penalità sulla patente

Viola la privacy la normativa che rende pubbliche le penalità sulla patente

Il diritto dell'Unione in materia di protezione dei dati osta alla normativa lettone che obbliga l'autorità per la sicurezza stradale a rendere accessibili al pubblico i dati relativi ai punti di penalità inflitti ai conducenti per infrazioni stradali. Lo precisa la Cgue con la sentenza 22 giugno 2021 nella causa C-439/19. Secondo i giudici europeri non è dimostrato che questo regime sia necessario per conseguire l'obiettivo perseguito, che consiste nel miglioramento della sicurezza stradale.

Il Garante per la Privacy si dota del dipartimento per l'Intelligenza Artificiale

Il Garante per la Privacy si dota del dipartimento per l'Intelligenza Artificiale

Apre i battenti un dipartimento ad hoc per l'Intelligenza artificiale (IA) e si rafforza l'ufficio relazioni con il pubblico (Urp): sono le novità di una mini-riorganizzazione del Garante della privacy, frutto della delibera 27 maggio 2021, approvata dalla stessa autorità e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 19 giugno 2021.

Corte di Giustizia Ue agli operatori della tlc: il titolare del diritto d'autore può avere i dati di chi scarica, la privacy non osta

Corte di Giustizia Ue agli operatori della tlc: il titolare del diritto d'autore può avere i dati di chi scarica, la privacy non osta

Passo in avanti per la tutela del diritto di autore on line. È un legittimo interesse del titolare del copyright, al fine di iniziare una causa per danni, avere dall'operatore di telecomunicazione (telco) l'identificativo delle persone, che scaricano opere da internet, abbinato all'indirizzo IP, utilizzato per la connessione. Peraltro la telco non è obbligata a comunicare i dati personali, a meno che una legge non lo preveda.

Il licenziamento per il 'like' su Facebook viola i diritti umani

Il licenziamento per il 'like' su Facebook viola i diritti umani

Il licenziamento di un dipendente pubblico per il solo fatto di avere messo «mi piace» su un post su Facebook è una violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Lo ha stabilito la Corte di Strasburgo, in una sentenza depositata ieri, di condanna alla Turchia (ricorso n. 35786/19). Per la Corte, le autorità nazionali non possono disporre la cessazione dal rapporto di lavoro anche se il post contiene dure critiche nei confronti delle autorità e, nel valutare una sanzione al dipendente, devono considerare la differenza tra condivisione di un messaggio e semplice «mi piace» sul post, nonché la popolarità del profilo su Facebook.

Il furto d'identità con l'intelligenza artificiale

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