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Sanzione non adeguatamente motivata dal Garante: il giudice la riduce all'importo simbolico di 1 euro

Sanzione non adeguatamente motivata dal Garante: il giudice la riduce all'importo simbolico di 1 euro

Sanzione privacy ai minimi termini se il garante non motiva adeguatamente l'importo ingiunto. Applicando questo principio la Corte di appello di Bruxelles (sentenza del 14 giugno 2023, nel caso 2022/AR/723, resa nota dal sito gdprhub.eu) ha ridotto alla cifra simbolica di un euro una originaria sanzione di 10 mila euro, irrogata dal locale garante della privacy alla società belga delle ferrovie, per avere mandato e-mail promozionali, peraltro su richiesta del governo unico azionista.

Condominio: quando si può considerare legittimo l'impianto di videosorveglianza privato

Condominio: quando si può considerare legittimo l'impianto di videosorveglianza privato

Partiamo dal presupposto che il privato può legittimamente installare una propria telecamera anche sulle mura condominiali. Tale tipo di intervento è stato considerato legittimo in virtù dell’articolo 1102 Codice civile che dà la possibilità al singolo condomino di utilizzare il bene comune senza pregiudicare il pari uso agli altri comproprietari e senza mutare la destinazione del bene comune.

Whistleblowing e sindacati: istruzioni per l’uso

Whistleblowing e sindacati: istruzioni per l’uso

Il termine whistleblower (“colui che soffia il fischietto”), originario degli USA, definisce la persona che denuncia attività illecite all’organizzazione (e sue controparti) presso cui opera che ne sarebbe affetta. Come riportato sul sito del Ministero della Giustizia, un tale tipo di segnalazione, endogena al sistema, può essere assimilate a un meccanismo di protezione interno all’apparato organizzativo: insomma, una sorta di agente immunitario contro l’azione patologica di alcuni elementi corrosivi della fisiologia organizzativa.

Nuovo codice deontologico per i dipendenti pubblici: ecco le regole per l’uso di tecnologie informatiche, social network, e mezzi di informazione

Nuovo codice deontologico per i dipendenti pubblici: ecco le regole per l’uso di tecnologie informatiche, social network, e mezzi di informazione

Solo uso sicuro di e-mail, profili e account delle pubbliche amministrazioni. Non si utilizzano le conversazioni pubbliche di una chat per dialogare su procedimenti in corso, non si postano sui social network anticipazioni di determinazioni e deliberazioni, non si mandano e-mail senza firma e senza un recapito per poter replicare: sono alcune prescrizioni dettate dal nuovo codice di comportamento per i dipendenti pubblici, il dpr n. 81 del 13 giugno 2023, pubblicato in G.U. n. 150/2023, che ha modificato il precedente dpr 62/2013.

Notifica data breach: le 72 ore di tempo decorrono dal momento in cui se viene a conoscenza

Notifica data breach: le 72 ore di tempo decorrono dal momento in cui se viene a conoscenza

Con il recente provvedimento n. 255 del giorno 8 giugno 2023, l'Autorità Garante per la protezione dei dati personali si è espressa su un caso di data breach riguardante dati sanitari di circa 1000 pazienti trattati da una ASL. Un gruppo di hacker aveva utilizzato un sofisticato ransomware progettato per crittografare i dati della ASL e richiedere un riscatto in bitcoin per gli strumenti di decrittazione.

L'invio a più caselle Pec di un messaggio diffamatorio non fa scattare l'aggravante della diffusione su internet

L'invio a più caselle Pec di un messaggio diffamatorio non fa scattare l'aggravante della diffusione su internet

L'invio di un messaggio di posta elettronica certificata - anche a più destinatari - non costituisce di per sè l'aggravante del terzo comma dell'articolo 595 del Codice penale che punisce la diffamazione. Inizialmente la norma prvedeva l'aggravante per la condotta commessa a mezzo stampa. Oggi la nozione è quella della potenziale pubblicità che, con i nuovi mezze di comunicazione, può raggiungere un contenuto diffamatorio. L'immissione in internet di un messaggio è già stata considerata dalla giurisprudenza come presunzione di un alto rischio di diffusione dei contenuti condivisi.

Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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