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Dati del volto degli utenti a rischio privacy con l' iPhone X
C'è un potenziale allarme privacy per il riconoscimento del volto del nuovo iPhone X di Apple: lo solleva un report del Washington Post secondo il quale le misure di sicurezza garantite dalla compagnia di Cupertino rischiano di non essere sufficienti per gli sviluppatori di applicazioni terze. Questi, scrive il quotidiano, potrebbero usare e conservare sui propri server le informazioni del volto degli utenti raccolte con l'iPhone X per scopi non sempre noti.
Donna afroamericana incinta di 8 mesi arrestata ingiustamente per un errore del riconoscimento facciale
Una 32enne afroamericana è stata arrestata ingiustamente a causa di un errore commesso dalla tecnologia di riconoscimento facciale. Da quanto riporta il New York Times, la donna, incinta di 8 mesi, si è vista piombare a casa sei agenti di polizia con un mandato di arresto per rapina e furto d'auto. E anche se all'inizio pensava che si trattasse di uno scherzo, alla fine la visita dei poliziotti si è conclusa con il suo arresto.
È boom del riconoscimento facciale, ma senza rispetto della privacy il baratro è dietro l’angolo
Le tecnologie che usano il riconoscimento facciale sono sempre più diffuse, e se in certi casi si rivelano utili, spesso finiscono invece per diventare un umiliante strumento di discriminazione. Aumentano infatti le vicende di cronaca che raccontano di sistemi “intelligenti” che utilizzano i dati biometrici del volto umano per individuare determinate persone e colpirle con provvedimenti punitivi come negare loro l’accesso a supermercati per fare acquisti, oppure identificarle come ospiti sgraditi cacciandole da eventi pubblici, e in certi casi privarle di loro diritti come quello di manifestare pacificamente, arrivando talvolta perfino ad arrestarle ingiustamente.
Esami con il riconoscimento facciale per gli studenti, sanzione da 200mila euro per l'Università Bocconi
Un consenso in realtà praticamente inutile. Un'incertezza sui tempi inammissibile. E un rischio per il trasferimento dei dati all'estero evidentemente sottovalutato. L'università Bocconi di Milano è stata multata dal garante per la protezione dei dati personali con una sanzione di 200mila euro per l'utilizzo, poco trasparente e non corretto, di un sistema di "controllo" per gli esami a distanza durante i mesi più duri dell'emergenza coronavirus, quando gli Atenei erano stati chiusi e gli studenti erano stati costretti a partecipare agli appelli da casa.
Falla nel sistema biometrico, a rischio oltre 1 milione di impronte digitali
Una gravissima falla ha esposto le impronte digitali di più di 1 milione di persone, nonché le password non crittografate, informazioni sul riconoscimento facciale e altri dati personali. A fare la scoperta su Biostar 2, un sistema di biometria estremamente diffuso, adottato da moltissime banche, ma anche dalla polizia britannica e da altre aziende private del settore della sicurezza., sono stati due ricercatori di sicurezza israeliani di vpmentor, Noam Rotem e Ran Locar.
Garante Privacy, il piano delle attività ispettive per il secondo semestre 2023: nel mirino riconoscimento facciale, telemarketing, e cookies
Il Garante ha varato il piano delle proprie attività ispettive relative al secondo semestre del 2023. Sotto la lente il settore della statistica e della ricerca scientifica, il telemarketing, il riconoscimento facciale, i gestori ed i fornitori di servizi che utilizzano lo SPID e la carta d’identità elettronica (CIE), nonché i cookie e gli altri strumenti di tracciamento.
Garante Privacy: semaforo rosso per il sistema di riconoscimento facciale 'Sari Real Time' del Ministero dell'interno
Non è favorevole il parere del Garante per la protezione dei dati personali sull’utilizzo del sistema Sari Real Time da parte del Ministero dell’interno. Il sistema, oltre ad essere privo di una base giuridica che legittimi il trattamento automatizzato dei dati biometrici per il riconoscimento facciale a fini di sicurezza, realizzerebbe per come è progettato una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa.
Il Covid-19 mette in crisi anche l'Intelligenza Artificiale
La mascherina sul viso, per come sta evolvendo la pandemia, la dovremo portare ancora per un po' di tempo. Ma il volto coperto per buona parte è una vera e propria sfida per gli algoritmi di riconoscimento facciale: le società che sviluppano questa tecnologia sono alle prese con un adeguamento delle proprie soluzioni, in modo che lo spazio dal naso in su sia sufficiente per il loro funzionamento. Il futuro del riconoscimento facciale - discusso, ma sempre più utilizzato nel mondo - potrebbe dipendere da una parte molto specifica del viso, quella intorno agli occhi.
Il riconoscimento facciale di Amazon? Per gli esperti è il Ku-Klux-Klan 2.0
Sta venendo il giorno in cui quella specie di sorriso giallo che appare nel logo non coinciderà con lo stato d’animo degli utenti. Parliamo di Amazon, quella che poco alla volta si è guadagnata le simpatie di chi vuol fare acquisti online nonostante il trattamento riservato ai dipendenti fosse diametralmente opposto a quello concepito da Adriano Olivetti o dai tanti altri personaggi che nel mondo tecnologico hanno equilibrato il profitto aziendale con il rispetto (e, perché no?, l’amore) per i lavoratori.
Il riconoscimento facciale e gli aspetti più problematici in materia di protezione dati
Il riconoscimento facciale come tutte le tecniche di intelligenza artificiale indubbiamente presenta serie problematiche in materia di privacy poiché vengono trattati dati di natura biometrica estremamente delicati. Nello specifico tale tecnica comporta l’applicazione di un software biometrico in grado di identificare in modo univoco e verificare l’identità di una persona analizzandone le caratteristiche distintive del volto e confrontandole con quelle di altre immagini già acquisite. Difatti ognuno di noi ha dei tratti facciali unici.