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Visualizza articoli per tag: data breach

L'autorità di controllo per la protezione dei dati danese ha recentemente rilevato che due comuni, quello di Gladsaxe e quello di Hørsholm non garantiscono un livello adeguato di sicurezza dei dati come richiesto dal Gdpr, a seguito della notifica di due rispettivi data breach rischiamo adesso di essere sanzionati.

Unicredit è stata colpita il 21 ottobre 2018 da un tentativo di Data Breach per forzare il sistema di online banking, notificato al Garante Privacy il giorno successivo, che ha interessato i dati personali di ben 731.519 REB (codice identificativo per l’accesso ai servizi di banca multicanale) dei suoi correntisti. Un tentativo di intrusione che secondo la banca è stato sventato e che, sempre secondo quanto comunicato da Unicredit ai clienti interessati, avrebbe potuto carpire nome, cognome, codice fiscale, NDG (codice identificativo cliente) e appunto REB.

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I dati di 16.000 persone legate al Parlamento europeo sono stati esposti online. A dare notizia del data breach è stata la società di sicurezza informatica Shadowmap. I file scoperti dagli esperti di cybersecurity contengono dati come password, descrizioni di posti di lavoro e altre informazioni personali contenute in un portale internet all'interno del dominio del Parlamento Ue.

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Quando si verifica un data breach (purtroppo sempre più spesso) lo stress degli addetti ai lavori può toccare livelli da burnout, a partire dal Chief Information Security Officer (CISO) che è il primo su cui tutti i colleghi vanno di solito a puntare il dito. Tanto è vero che se questa figura che si occupa di sicurezza informatica è sempre più ricercata nel mercato del lavoro, d’altra parte la sua durata media di permanenza in un’azienda è di soli 18 mesi.

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Pianificare una procedura di data breach e poi essere in grado di gestire correttamente una violazione di sicurezza che può compromettere dati personali e la salute dei sistemi informativi è fondamentale per non incorrere in quel “panico di organizzazione” che altrimenti rischia di ottenere effetti paralizzanti e finanche aggravare l’evento occorso. Con conseguenze e impatti negativi tanto per l’organizzazione quanto per gli interessati coinvolti.

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Negli ultimi mesi abbiamo assistito sulle pagine di cronaca a un susseguirsi di notizie su furti di dati, attacchi hacker e divulgazioni di database pieni di password. Di conseguenza è aumentata come mai prima la percezione e di conseguenza il timore che i propri dati personali possano essere persi, modificati o divulgati senza autorizzazione. In altre parole, che accada quello che il GDPR 16/679 definisce data breach o più semplicemente in italiano una violazione dei dati personali.

Venerdì, 28 Agosto 2020 16:53

Data Breach nel 2020: i numeri del fenomeno

Il recente "Cost of a Data Breach Report 2020" di Ponemon, lo studio che coinvolge oltre 500 organizzazioni che hanno subito violazioni di dati, ha restituito alcuni dati interessanti sul fenomeno e come si è sviluppato quest’anno. Partiamo dai numeri da prima pagina: rispetto allo scorso anno il costo medio per Data Breach non ha subito grosse variazioni, passando da 3,92 milioni di dollari a 3,86.

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Con tre sanzioni di 10mila euro ciascuna, irrogate rispettivamente alla Regione Molise, alla Società Molise dati, e a Engineering ingegneria informatica S.p.A., il Garante privacy ha definito i procedimenti aperti dopo l’intrusione nel Portale regionale FSE verificatasi tra novembre e dicembre 2022.

Per prima cosa è fondamentale dare un’occhiata a quanto avvenuto l’anno scorso. Oltre alle difficoltà già presenti, il 2020 è stato un anno orribile dal lato “data protection” alla luce del numero record di furti di credenziali e sottrazioni di informazioni personali. Il numero complessivo fa tremare i polsi: 20 miliardi di record sottratti nel solo 2020, con un incremento del 66% rispetto al 2019. Incredibilmente, si tratta di un aumento di 9 volte rispetto al valore “basso” del 2018, in cui erano stati sottratti (solo) 2,3 miliardi di record.

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Nel 2017 sono state riscosse sanzioni amministrative per circa 3 milioni 800 mila euro, pari ad un complessivo 15% in più rispetto al 2016, mentre le comunicazioni di notizie di reato all'autorità giudiziaria sono state 41, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati e trattamento illecito. Sono alcuni dei risultati dell’attività del Garante per la protezione dei dati personali diffusi alla Camera in occasione della presentazione della Relazione annuale sull'attività svolta lo scorso anno.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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