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Data Protection Officer: come evitare il mal di data breach
La gestione di una situazione d’emergenza come un data breach è tutt’altro che semplice per un’organizzazione, ancor più se non ha approntato e diffuso correttamente una procedura a riguardo. La prima misura consiste dunque nel dotarsi di una procedura, ma non è sufficiente: è necessario che il personale che svolge le operazioni di trattamento sia stato adeguatamente sensibilizzato e abbia ricevuto un addestramento a riguardo, al fine di evitare che dalla loro impreparazione possa aggravarsi ancor più l’evento di violazione dei dati personali.
Dati personali di 20 milioni di utenti di Mixcloud svenduti nel Dark Web
Viene venduto a prezzo di saldo nel Dark Web un database contenente le informazioni personali di 20 milioni utenti di Mixcloud, una piattaforma di streaming audio con sede nel Regno Unito. Il prezzo stracciato che è richiesto dal mercante di dati personali nella parte più oscura del web è infatti di 4.000 dollari, o circa 0,5 bitcoin, ovvero appena 0,0002 euro per ciascun utente.
Dati personali di mezzo milione di proprietari di auto in vendita nel Dark Web
I dati personali di centinaia di migliaia di proprietari di autoveicoli nel Regno Unito di marca Bmw, Mercedes, Honda, Hyundai e Seat, sono stati trafugati da un gruppo di hacker e messi in vendita nel Dark Web. La massiccia violazione dei dati personali degli automobilisti inglesi è stata scoperta dalla società di intelligence israeliana Kela, la quale ha osservato che su mezzo milione di intestatari di auto su cui hanno messo mano i cybercriminali, ben 384.319 erano proprietari di Bmw, mentre il resto erano possessori di Honda, Hyundai, Mercedes e automobili Seat.
Dati sensibili di 1,5 milioni di utenti accessibili da chiunque a causa di una falla nell'app di incontri
Un'enorme vulnerabilità nell'app per incontri "3fun" ha permesso a chiunque di ottenere dati personali,comprese le informazioni delle chat, le foto private, ed anche i dati relativi alla posizione gps in tempo reale degli 1,5 milioni di utenti iscritti al servizio.
Dati sull'HIV e altre informazioni sulla salute diffuse online: privacy svanita per 500mila pazienti e maxi sanzione per la società informatica
Quasi mezzo milione di pazienti avevano visto svanire in un attimo tutte le speranze di mantenere la privacy sul proprio stato di salute con le proprie informazioni mediche che erano state diffuse su internet, tra cui dati particolarmente delicati su sieropositivà Hiv, tumori, malattie genetiche, gravidanze, e anche trattamenti farmacologici e dati genetici, in un massivo data breach che aveva coinvolto la Dedalus nel febbraio 2021. A distanza di circa un anno, arriva una sanzione da 1,5 milioni di euro per la nota società informatica che è il principale fornitore di software sanitari e diagnostici in Europa e uno dei maggiori nel mondo.
Dopo furto di dati di 57 milioni di clienti, Uber tace e paga riscatto agli hacker
I dati di 57 milioni di clienti di Uber sono stati piratati, ma la multinazionale per il trasporto privato lo ha tenuto nascosto per un anno preferendo pagari un riscatto, ben 100 mila dollari, agli hacker che avevano piratato nomi, email, numeri di telefono di 50 milioni di clienti e 7 milioni di autisti. Il furto, riferisce l'agenzia Bloomberg, è stato compiuto ai danni di clienti in tutto il mondo a ottobre del 2016. Oltre ai dati sensibili dei clienti, sono stati piratati anche i numeri di patente di 600.000 americani.
Dopo il furto di dati personali degli utenti di LinedIn il Garante Privacy apre un’istruttoria sul social network
Il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato un’istruttoria nei confronti di Linkedin a seguito della violazione dei sistemi del social network che ha determinato la diffusione di dati deglI utenti, compresi ID, nominativi completi, indirizzi email, numeri di telefono, collegamenti ad altri profili LinkedIn e a quelli di altri social media, titoli professionali e le altre informazioni lavorative inserite nei propri profili dagli utenti.
DPO preparati per affrontare casi complessi e situazioni di emergenza
Non abbiamo fatto in tempo a scrollarci dietro le spalle due anni di pandemia da Covid-19, che a peggiorare la situazione è arrivata pure la guerra in Ucraina. Quanto è vero che viviamo in tempi difficili e che la ricerca di una vita serena si fa sempre più complicata, spesso le ripercussioni della situazione generale si avvertono anche nelle attività lavorative, comprese quelle dei data protection officer e degli altri addetti ai lavori che operano nel campo della privacy.
Due terzi delle organizzazioni industriali non segnala i data breach alle autorità di controllo
I criminali informatici sfruttano sempre più frequentemente attacchi di tipo sofisticato per violare le realtà industriali; in un contesto di questo tipo, delle solide politiche di sicurezza informatica e il rispetto delle normative non sono mai state così importanti. Le aziende industriali oggi devono rispettare molti requisiti, dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) fino agli standard stabiliti dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC).
È boom di data breach notificati al Garante della Privacy, ma i nemici più pericolosi non sono sempre gli hacker
Un dato emerso dall’ultima Relazione annuale del Garante per Privacy, è il numero dei data breach notificati lo scorso anno: con una media di quasi 6 al giorno, sono state infatti complessivamente ben 2071 le violazioni comunicate all’Autorità per la protezione dei dati personali, con un aumento addirittura di circa il 50% rispetto all’anno precedente. Anche se la definizione anglofona “data breach” evoca tipicamente nelle menti degli addetti ai lavori le conseguenze di attacchi hacker ed altri disastri di natura informatica, leggendo la relazione del Garante si apprende però che non sempre c’è la mano oscura dei cyber criminali quando si verifica una violazione sui dati.