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Ponemon Institute: il 73% delle aziende ha un Privacy Officer

Tre aziende su quattro hanno un Privacy Officer nel loro organico. E' quanto emerso dalla quarta edizione del “Cyber Resilient Organization”, lo studio annuale sulla resilienza informatica condotto dal Ponemon Institute che ha lo scopo di evidenziare la capacità di un'azienda di mantenere il proprio scopo primario e la propria integrità di fronte agli attacchi informatici.

Anche quest'anno il sondaggio è stato condotto a livello globale e riporta le opinioni raccolte da più di 3.600 professionisti della sicurezza e dell’IT di tutto il mondo, evidenziando che il 77% degli intervistati ha affermato di non avere un piano di risposta agli incidenti di cybersecurity applicato in maniera consistente in tutta l’azienda.

In base ai risultati dello studio, le aziende stanno però finalmente riconoscendo che la collaborazione tra privacy e sicurezza informatica migliora la resilienza digitale, con il 62%, che ritengono essenziale l’allineamento dei rispettivi team.

La maggior parte degli intervistati crede che il ruolo della privacy stia diventato sempre più importante, specialmente con l'introduzione di nuove leggi come il GDPR (General Data Protection Regulation) o il California Consumer Privacy Act negli Usa, e stanno perciò dando priorità alla protezione dei dati nelle decisioni d’acquisto per l’IT.

Quando è stato domandato quale fosse il maggior fattore nella giustificazione delle spese per la sicurezza informatica, il 56% delle risposte si concentrava sui "data breach" relativi a perdita o furto di informazioni.

Inoltre, il 73% degli intervistati ha confermato la presenza di un Chief Privacy Officer, (figura con competenze analoghe ma di diverso ruolo rispetto al data protection officer introdotto dal GDPR), a riprova di come la privacy sia diventata ormai una importante priorità per le aziende.

La prolungata difficoltà che i team di cybersecurity stanno affrontando nell’implementazione di piani di risposta agli incidenti di cybersecurity ha impattato la conformità delle imprese al GDPR. Quasi metà degli intervistati (46%) afferma infatti che la propria azienda deve ancora arrivare a una totale ottemperanza del GDPR, persino a un anno dell’entrata in vigore del regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.

Fonte: Key4Biz

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