Minori in rete, il 17% dei genitori non si sente preparato per aiutare i figli a proteggere la loro privacy online
Cyberbullismo, sexting, violazione della privacy: in 7 casi su 10 sono i ragazzini ad essere le vittime prescelte tra i minorenni. Da loro è venuta nell'ultimo anno la maggior parte delle richieste di aiuto al centro di ascolto di Telefono Azzurro, mentre il 30% dei genitori ammette di essere impreparato davanti all'uso massiccio di social media usati dai figli.
In occasione del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete istituita e promossa dalla Commissione Europea, Telefono Azzurro ha promosso dei momenti di riflessione per la sicurezza dei minori nell’utilizzo della rete e la maggiore consapevolezza tra gli adulti
Il gap di conoscenze e informazioni corrette in particolare da parte dei genitori è confermato anche dalla ricerca di Telefono Azzurro & Doxa Kids 2020, da cui emerge il bisogno di una seria “formazione digitale” degli adulti che vivono tra preoccupazione e scarsa consapevolezza: il 30% dei genitori dichiara infatti di non avere adeguate competenze su tematiche dell’online, in particolare su cyberbullismo, incitazione al suicidio e l’autolesionismo, l’hate speech e sextortion.
I genitori temono in particolare modi che i propri figli incontrino contenuti che esaltino l’anoressia, l’autolesionismo, il suicidio (21%), oppure che siano esposti a contenuti pornografici (18%), o immagini drammatiche o violente.
Nonostante queste paure, al 45% dei genitori è capitato almeno una volta di permettere l’utilizzo al figlio/a di un’applicazione senza verificarne il limite di età per l’utilizzo; nel 48% dei casi ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni.
Allo stesso modo, anche gli insegnanti esprimono un bisogno di formazione sia sul piano delle tematiche, sia nella conoscenza delle procedure di gestione di situazioni di disagio. Il 46% degli insegnanti pensa, infatti, di non aver ricevuto un’adeguata formazione sui possibili percorsi di segnalazione di casi di violenza, pericolo e/o pregiudizio.
Nel 48% dei casi, i genitori intervistati ritengono che i ragazzi siano in grado di utilizzare in maniera consapevole i social dai 16 anni, la soglia dei 13 anni è riconosciuta dal 26% dei genitori, mentre un importante 16% dichiara che la consapevolezza sia acquisibile una volta raggiunta la maggiore età.
Nonostante esprimano diffidenza rispetto alla consapevolezza dei ragazzi nell’online, al 45% dei genitori è capitato almeno una volta di permettere l’utilizzo al figlio/a di un’applicazione senza verificarne il limite di età per l’utilizzo.
Il 30% dei genitori intervistati dichiara di sentire di non avere adeguate competenze sulle tematiche dell’online. Tra i temi sui quali sentono di avere più bisogno di informazione/formazione, troviamo: il cyberbullismo (24%), il bullismo (24%), il suicidio e l’autolesionismo (19%), l’hate speech (19%), il sextortion (19%) e il sexting (6%), la privacy nell’online (17%).
Telefono Azzurro, tramite la linea telefonica gratuita 1.96.96, la chat, l’e-mail e i canali del Web, durante l’anno 2019, ha offerto ascolto e consulenza a diverse richieste di aiuto da parte di bambini, adolescenti e adulti relative anche a problematiche inerenti l’utilizzo di Internet.
Rispetto alle motivazioni delle richieste di aiuto relative all’online, il cyberbullismo risulta essere la problematica più frequente (21,2%), seguito dal sexting (10,1%) e dalla violazione della privacy (6,5%). Successivamente, si trovano le richieste di aiuto per il fenomeno dell’adescamento di adulto su minore (5,7%) e per la dipendenza da Internet (3,4%).
I minori coinvolti nelle situazioni di difficoltà sono nel 64% dei casi di genere femminile, mentre nel 36% dei casi di genere maschile. Inoltre, la maggior parte dei minori che contattano la linea di ascolto per ricevere aiuto e supporto per questioni relative all’utilizzo di Internet o accadute nell’online, è preadolescente o adolescente. Infatti, nel 45% dei casi gestiti si tratta di ragazzi nella fascia di età 15-17 anni, mentre il 47% dei casi riguarda ragazzi nella fascia di età 11-14 anni. I bambini sotto i 10 anni equivalgono al 7% dei casi gestiti.