L'azienda non gli disattiva le password e l'ex dipendente si vendica cancellando i dati nel server
Un vero e proprio giallo che ha richiesto dei mesi di indagine prima di arrivare al responsabile. Interrogato dalla polizia alla fine P.G., vicentino e tecnico informatico 45enne residente a San Bonifacio ha ammesso di essere entrato nei server di una software house con sede a Vicenza e di avere cancellato «Una parte di dati», come ha confessato. In realtà, secondo quanto riferito dalla questura, il danno è stato ben maggiore: la ditta, nel maggio scorso, si è ritrovata con tutti i backup eliminati e l'impianto informatico azzerato.
Il responsabile, un ex dipendente, è stato denunciato nei giorni scorsi per il reato di "accesso abusivo a un sistema informatico" con l'aggravante di "abuso di qualità di operatore di sistema". Adesso dovrà rispondere in tribunale per i gravi danni economici e di immagine provocati all'azienda.“
Una giornata di lavoro apparentemente tranquilla che per la software house vicentina inizia con un grosso problema. Siamo alla fine di maggio e quando il personale cerca di accedere all'impianto informatico si accorge che questo è danneggiato e viene negata la possibilità di accedere ai due server principali, protetti da password. I dati contenuti sono il core business dell'azienda che opera proprio nel campo dei software gestionali. Scatta l'allarme e viene chiamata la ditta esterna della provincia di Treviso che si occupa della manutenzione del sistema.
I tecnici scoprono che i dati e i backup aziendali sono stati cancellati completamente da un attacco hacker esterno avvenuto tra le 20:45 e le 21:30 della sera prima. Per recuperare le informazioni tocca inviare gli hard disk a un service esterno, ma il danno è comunque grave.
Scatta quindi la denuncia e le indagini della polizia portano a individuare come sospetto un ex dipendente della società trevigiana. Si tratta di un tecnico informatico vicentino al quale l'azienda, dopo il licenziamento di comune accordo, non ha tolto le password di accesso ai server della software house.
Il 45enne, messo alle strette, ha confessato parte della sua responsabilità: «Sono stato preso da un momento di rabbia per screzi personali». Adesso dovrà rispondere di quello che a tutti gli effetti è un reato davanti al giudice.
Per approfondimenti: L'Arena - Vicenza Today - Il Gazzettino