Guido Scorza: così ho bloccato il mio nome su ChatGPT, e chiunque può farlo esercitando il diritto di opposizione
Tra i nomi a cui ChatGPT non riusciva a rispondere fino a qualche giorno fa c’era anche Guido Scorza, avvocato, giurista italiano e componente del Garante della Privacy, che è stato intervistato da Il Corriere della Sera a cui ha spiegato come ha bloccato il suo nome sul chatbot di OpenAI.
Scorza, ha affermato di aver esercitato nei confronti di OpenaI il diritto all’opposizione previsto dalla normativa europea con il GDPR.
“Ho semplicemente esercitato nei confronti della società che gestisce ChatGPT, ovvero OpenAI, il diritto di opposizione che la vigente disciplina europea riconoscere a tutti gli interessati – ovvero le persone cui si riferiscono i dati personali – per ottenere che un trattamento iniziato in assenza di loro consenso, venga interrotto dal titolare del trattamento.
"Chiunque, almeno se vive in Europa, può fare altrettanto semplicemente attraverso la piattaforma utilizzata per l’erogazione del servizio ChatGPT, ottenendo, ritengo, lo stesso risultato” ha affermato.
(Nella foto: Guido Scorza, componente del Garante per la protezione dei dati personali)
Ma come si fa? La procedura è molto semplice: basta infatti semplicemente visitare l'apposita pagina web di OpenAI e quindi seguire la procedura prevista: gli utenti possono infatti scegliere tra “do not train on my content” per evitare che l’IA si possa allenare sui propri contenuti presenti in rete, oppure “ChatGPT Personal Data Removal Request” per rimuovere tutti i propri dati personali da ChatGPT.
Fonte: Il Corriere della Sera