NEWS

Caro voli, tutelare la privacy per difendersi dagli algoritmi

A chi deve acquistare dei voli aerei in queste ultime settimane capita spesso di imbattersi in tariffe abnormi rispetto a quelle praticate abitualmente dalle compagnie aeree. E le vertiginose oscillazioni non potevano passare inosservate al Governo italiano, che ha inserito una specifica misura nel Decreto Omnibus per cercare di mettere un argine almeno agli aumenti sui biglietti per le isole con lo scopo di garantire la continuità territoriale.

Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy

(Nella foto: Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy)

Se pare non essere proprio casuale che il picco dei rincari si verifichi proprio nel periodo estivo in cui avvengono il maggior numero di spostamenti, è quindi plausibile che le istituzioni cerchino di frenare questo preoccupante fenomeno per tutelare cittadini e turisti, i quali si vedono spesso trattati come polli da spennare in modo neanche giustificato, dato che i costi del cherosene necessario per far volare gli aerei è sceso ai minimi da gennaio (-40%).

Mentre si attende di vedere la reale efficacia del decreto legge, e anche gli eventuali interventi da parte dell’Antitrust, che potrebbe ravvisare delle pratiche commerciali scorrette, non viene però data abbastanza evidenza al fatto che in genere le profilazioni online utilizzate per aumentare i prezzi ai biglietti acquistati dagli utenti si basano sui loro dati personali.

E il GDPR richiede che i dati degli utenti vengano “trattati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell’interessato” (art.5), e in conformità a quanto previsto dall’art. 12 del Regolamento UE 2016/679 che le informazioni a loro destinate siano “facilmente accessibili e di facile comprensione, utilizzando un linguaggio semplice e chiaro“, nel pieno rispetto del principio di trasparenza.

Trasparenza che però pare non essere proprio la virtù delle compagnie aeree in questo periodo di immotivati rincari.

Non è perciò da escludere che, oltre alle istituzioni che si sono già attivate, anche il Garante per la protezione dei dati personali potrebbe decidere di avviare un’indagine e valutare gli eventuali provvedimenti da adottare per quanto di sua competenza, e in caso di violazioni il GDPR prevede sanzioni severe che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo globale dei trasgressori.

Anche se è spesso vista come una mera burocrazia, la normativa sulla privacy non è quindi di secondaria importanza quando le aziende la calpestano per trarne illecitamente profitto a discapito degli sventurati utenti, che a oltre 5 anni dall’introduzione del GDPR non hanno purtroppo acquisito ancora la necessaria consapevolezza per proteggere le informazioni che li riguardano e, quando necessario, far valere i loro diritti.

Caro voli, ecco come difendersi dagli algoritmi e pagare di meno i biglietti aerei

Nel frattempo, per difendersi e cercare di ottenere prezzi equi quando comprano i biglietti online, gli utenti che non vogliono spendere più del dovuto devono rimboccarsi le maniche e imparare a difendersi dai rincari tutelando la propria privacy e aggirare quanto più possibile l’operato degli antipatici algoritmi che spesso sono la principale causa delle oscillazioni dei prezzi.

Infatti, da tempo siti specializzati nel settore turistico e la maggioranza delle stesse compagnie aeree non fissano più i prezzi dei voli che propongono, ma adottano la tecnica del “Dynamic Pricing”, che comporta una continua variabilità dei prezzi in base ad algoritmi che tengono conto della domanda e dell’offerta, dei prezzi praticati dalla concorrenza, delle previsioni meteo, del luogo in cui si trova l’utente, della valuta con cui paga, e analizzando anche i comportamenti online dell’utente, in modo non sempre cristallino.

In modo decisamente beffardo, può infatti capitare che subito dopo aver acquistato un biglietto aereo, si osservi che il prezzo è sceso rispetto a quello che si è appena pagato.

I consigli per riuscire a strappare prezzi equi, sono quelli di non dare consensi per la geolocalizzazione (e nel caso, disattivarla prima di iniziare la ricerca online per l’acquisto dei voli), fare test di acquisto da dispositivi diversi sia fisso che mobile per verificare la quotazione dei voli che si stanno cercando. Inoltre, quando si entra nel sito web della compagnia aerea, è opportuno rifiutare sempre il consenso per i cookie di profilazione, altrimenti si potrebbe dare l’autorizzazione ad essere monitorati.

Spesso si riescono ad evitare le impennate dei prezzi dinamici anche connettendosi a internet usando una VPN, e cancellando la cronologia della navigazione del browser, perché cookies ed altre tecnologie di tracciamento potrebbero andare a frugare anche lì per analizzare le nostre abitudini di consumo e determinare quanto siamo disposti a pagare per quei biglietti, facendo scattare il rincaro.

Analogamente, se si mettono like a post sui social che riguardano viaggi e vacanze, le attività di web analytics rileveranno il nostro potenziale interesse all’acquisto di voli aerei, e potrebbero approfittarne. (Per ulteriori suggerimenti, vedasi anche il tutorial “Vacanze & Privacy pubblicato da Federprivacy”)

Particolare attenzione dovrebbe essere prestata anche alle offerte sponsorizzate che compaiono in evidenza quando si digitano nel motore di ricerca le parole chiave per cercare i voli, e prima di buttarsi a capofitto in offerte last minute sarebbe opportuno confrontare prima i prezzi con quelli applicati nel sito della stessa compagnia aerea. Una ricerca della Carnegie Mellon University ha infatti riscontrato che gli annunci pubblicitari mirati mostrano prezzi più cari rispetto alle offerte che si trovano nei risultati di una normale ricerca sul web.

Difendere la propria privacy online, può quindi essere anche la chiave per riuscire a spendere meno quando gli algoritmi ci profilano subdolamente per spillarci più soldi della norma. Se poi, dopo tutte le precauzioni adottate non riusciamo ugualmente a spuntare un prezzo congruo, allora la soluzione migliore potrebbe essere di rassegnarsi a tornare alla tradizionale agenzia di viaggi.

di Nicola Bernardi (Fonte: Nòva Il Sole 24 Ore)

Note Autore

Nicola Bernardi Nicola Bernardi

Presidente di Federprivacy. Consulente del Lavoro. Consulente in materia di protezione dati personali e Privacy Officer certificato TÜV Italia, Of Counsel Ict Legal Consulting, Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013 per i Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni. Twitter: @Nicola_Bernardi

Prev Donna afroamericana incinta di 8 mesi arrestata ingiustamente per un errore del riconoscimento facciale
Next Postel sotto attacco hacker: chiesto riscatto per non pubblicare dati

Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy