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Il Plenum del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa ha approvato le prime linee guida "sull'uso dei mezzi di comunicazione elettronica e dei social media da parte dei magistrati amministrativi". La delibera - come ha sottolineato il Presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi nel corso del dibattito in Cpga - vuole fornire "regole di comportamento condivise, frutto del comune sentire della magistratura amministrativa".

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole su uno schema di regolamento che disciplina il trattamento dei dati effettuato dai Centri per la giustizia riparativa. Considerato il contesto e la natura dei dati, l’Autorità ha tuttavia chiesto al Ministero della giustizia di perfezionare il testo con alcune integrazioni e precisazioni volte a migliorare il livello delle garanzie, accordate agli interessati, sotto il profilo della protezione dei dati personali.

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Venerdì, 25 Ottobre 2024 15:31

Francia: più privacy nei processi civili

Più privacy nei processi civili. Un giudice, quando ordina l'esibizione di documenti, che contengono dati personali di terzi, deve rispettare il principio di minimizzazione, previsto dall'articolo 5 del Gdpr e, quindi, deve limitare la richiesta a quanto indispensabile per la decisione della causa, prescrivendo pseudonimizzazione e oscuramento dei dati eccedenti.

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Attenzione alla pubblicazione di immagini con dettagli non essenziali che ledono la dignità della persona. Non basta pixelare le manette ai polsi di un fermato se il soggetto ripreso risulta identificabile, la tutela della persona deve essere effettiva. L’ammonimento del Garante per la privacy giunge a conclusione dei procedimenti aperti nei confronti di alcune testate, anche on line, per aver pubblicato le immagini di alcune persone, fermate in relazione all’omicidio del giovane Luca Sacchi, riprese “in evidente stato di costrizione fisica”.

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Per assicurare il contenimento del contagio da Covid-19 e la protezione degli ufficiali giudiziari i Tribunali non sono tenuti a conoscere lo stato di salute dei soggetti cui notificare atti giudiziari, ma, come previsto dalle norme adottate dal Governo, devono predisporre adeguati dispositivi di protezione individuale.

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Maggiore riservatezza per gli atti processuali documentati in forma audiovisiva, come ad esempio l’interrogatorio dell’indagato. È quanto raccomanda il Garante per la protezione dei dati personali nel parere reso su uno schema di decreto legislativo del Ministero della giustizia correttivo del decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 150, la cosiddetta riforma Cartabia del processo penale.

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo per la riforma del processo penale (riforma “Cartabia”). Sono però state suggerite maggiori garanzie per i dati degli imputati, degli indagati e di tutte le altre persone coinvolte nei procedimenti penali.

Venerdì, 08 Aprile 2022 09:34

La privacy non blocca la lotta alla criminalità

La privacy non blocca la lotta alla criminalità. Certo stoppa le schedature di massa, ma la repressione dei reati ammette la conservazione mirata, in base a categorie di persone o per aree geografiche, dei tabulati telefonici e telematici. Lo ha confermato la Corte di Giustizia Ue, che, con la sentenza del 5 aprile 2022, resa nella causa C-140/20, ha ammesso anche la conservazione a tappeto degli indirizzi IP e dei dati identificativi degli utenti che acquistano Sim prepagate e, infine, la conservazione rapida (quick freeze) dei dati relativi al traffico e all'ubicazione.

L’emergenza coronavirus sta cambiando la giustizia, che diventa sempre più telematica. E se nel rito civile e in quello amministrativo il percorso verso la digitalizzazione è iniziato da tempo e la possibilità di trattazione scritta riduce (ma non elimina) le difficoltà, nel processo penale dove vige il principio dell’oralità del dibattimento, l’impatto è più forte e sta suscitando accese polemiche. I timori riguardano soprattutto la riservatezza dei dati e la tutela delle garanzia della difesa.

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Il procuratore della repubblica è l’unico organo legittimato a fornire informazioni alla stampa sui procedimenti penali in corso tramite conferenze stampa o comunicati dell'autorità giudiziaria o delle forze dell'ordine autorizzati dallo stesso procuratore. “Al di fuori di questi casi, non è consentito ad alcuno, né ai magistrati né agli appartenenti alla polizia giudiziaria, di fornire ulteriori notizie". E le informazioni potranno essere divulgate alla stampa solo per due motivi: se "strettamente necessarie per la prosecuzione delle indagini" o quando "ricorrono specifiche ragioni di interesse pubblico".

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