Francia: la polizia potrà accedere da remoto a microfoni e telecamere degli smartphone
Mentre la Francia sta ancora affrontando gli strascichi delle proteste degli ultimi giorni, il Parlamento ha approvato una legge che consentirà alla polizia di accedere a distanza alle telecamere, ai microfoni e al Gps di tutti i dispositivi elettronici delle persone. La nuova disposizione dovrebbe applicarsi solo ai sospettati di crimini punibili con almeno cinque anni di carcere.
Niente sarà più al sicuro dall’occhio della police. Computer, smartwatch, automobili, tablet, smartphone, se ha una connessione internet, una videocamera, un microfono o un Gps, qualunque dispositivo sarà a completa disposizione delle forze dell’ordine, nell’ambito di indagini su reati che prevedono almeno cinque anni di carcere in caso di condanna.
Le autorità potranno accedervi indisturbate, senza che il proprietario del dispositivo se ne accorga, per raccogliere dati e immagini salvate in precedenza, ascoltare telefonate, leggere messaggi e anche attivare da remoto i dispositivi per registrare in tempo reale suoni e immagini dei sospetti, oppure tracciare i loro spostamenti a distanza tramite il Gps.
In base a quanto riporta il quotidiano francese Le Monde, la nuova legge non potrà applicarsi nei confronti di persone impegnate in ruoli professionali sensibili, come dottori, avvocati, giudici, giornalisti e membri del parlamento. L’unica altra limitazione riguarda la durata temporale della sorveglianza, che dovrà essere limitata a un arco temporale di sei mesi.
La sinistra francese e il gruppo per i diritti digitali Quadrature du Net hanno contestato la riforma della Giustizia del ministro Éric Dupond-Moretti chiamandola “legge dei ficcanaso”. Secondo i critici, rischia infatti di scivolare presto nell’abuso di sorveglianza da parte dello Stato e nella violazione del diritto alla privacy delle persone, visti i limiti pressoché assenti alla sua applicazione.
Al contrario, Dupond-Moretti sostiene che sarà usata al massimo su poche decine di casi all’anno. Tuttavia, queste rassicurazioni non hanno convinto gli oppositori della legge, che sottolineano come in Francia anche la semplice offerta di cannabis per consumo personale, non spaccio, sia punibile con 5 anni di detenzione e questo metterebbe a rischio di sorveglianza molte più persone delle poche decine indicate da Dupond-Moretti.
Fonte: Wired