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Il Garante boccia il modello Inps per le visite fiscali

Botta e risposta tra il presidente dell’Inps, Tito Boeri, e il Garante della privacy, Antonello Soro. Dopo che il primo aveva ribadito il sei settembre davanti alla commissione Lavoro del Senato la contrarietà per lo stop da parte dell’Autorità della riservatezza al sistema per individuare assenze dal lavoro sospette, ieri è stata la volta del Garante.

Sempre alla presenza dei senatori della commissione Lavoro, Soro ha replicato che il sistema di data mining, denominato Savio, utilizzato dall’Inps per individuare in via preventiva possibili assenze ingiustificate dal lavoro rappresenta senz’altro «un obiettivo di interesse generale». Il modello messo a punto e utilizzato da oltre cinque anni configura, però, una «vera e propria profilazione dei lavoratori», in contrasto con la privacy. In particolare, quel sistema non adotta gli accorgimenti necessari per evitare abusi nei confronti degli inconsapevoli interessati, a partire dal fatto che non sono state previste «precauzioni e garanzie specifiche volte a evitare, ad esempio, che inesattezze nei dati raccolti o incongruenze nella logica degli algoritmi usati inducano decisioni erronee con impatti negativi sui singoli».

Il presidente dell’Inps a conclusione della sua audizione e della difesa dell’utilizzo di Savio aveva proposto l’adozione di una norma di carattere interpretativo per consentire il ripristino di un sistema automatizzato o profilazione che consenta, nell’interesse complessivo del Paese, di far emergere quelle situazioni in cui, non necessariamente in malafede, il lavoratore è «meno malato» di quanto dica il suo certificato medico.

Per il Centro studi Inps lo stop del Garante ha ridotto del 26,8% la capacità delle visite fiscali di individuare casi di assenza ingiustificata alla visita del medico, con una perdita per le casse dell’Inps è stata di circa 335mila euro al mese. Inps spende ogni anno circa 2 miliardi per indennità di malattia per i dipendenti privati (a carico delle imprese i primi 3 giorni) mentre le giornate di assenza dei pubblici dipendenti valgono circa 2,8 miliardi annui, calcolati in termini di retribuzione corrisposta al lavoratore in caso di malattia.

L’Istituto riceve ogni anno circa 12 milioni di certificati di lavoratori privati assicurati Inps per la malattia e 6 milioni di certificati di dipendenti pubblici. A fronte di 18 milioni di certificati e, quindi, di malattie potenziali destinatarie di controlli medico fiscali, la capacità produttiva dell’Inps si attesta intorno al milione di visite di controllo all’anno (5%). Di qui la necessità di scegliere con cura dove, quando e come eseguire le visite.

Fonte: Il Sole 24 Ore del 19 settembre 2018

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