Nicola Bernardi
Presidente di Federprivacy. Consulente del Lavoro. Consulente in materia di protezione dati personali e Privacy Officer certificato TÜV Italia, Of Counsel Ict Legal Consulting, Lead Auditor ISO/IEC 27001:2013 per i Sistemi di Gestione per la Sicurezza delle Informazioni. Twitter: @Nicola_Bernardi
Non si possono realizzare Smart Cities sostenibili ed inclusive senza rispettare la privacy dei cittadini
La digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni ha un ruolo centrale nel PNRR, i cui investimenti hanno l’obiettivo di innescare un vero e proprio cambiamento strutturale per rendere più efficienti gli ingranaggi della macchina pubblica italiana e delle nostre città. Le principali sfide della p.a. sulla protezione dei dati.
Ispezioni del Garante Privacy, aziende e DPO pronti ad affrontarle con procedure interne e simulazioni
Per non farsi cogliere impreparate di fronte a un'inaspettata ispezione del Garante della Privacy, alcune grandi aziende hanno incluso nelle proprie procedure interne manuali e documenti come “Vademecum delle prassi per la cooperazione con Garante Privacy”, mentre altre hanno fatto veri e propri "stress test" con simulazioni d'ispezione.
Senza cybersecurity non può esserci né privacy né conformità al GDPR
La maggior parte delle aziende investono denaro e risorse per essere in regola con il GDPR, ma a 5 anni dall’introduzione del Regolamento UE un sondaggio condotto dall’Osservatorio di Federprivacy ha rivelato che il 78% delle aziende italiane considerano ancora il rispetto del GDPR come una mera burocrazia.
Proteggere la vostra privacy è un incubo se possedete un’auto costruita di recente
Se possedete un’automobile costruita negli ultimi anni, la vostra vettura potrebbe spiarvi e raccogliere i vostri dati personali, compreso il vostro peso, sapere se rispettate il codice della strada allacciandovi le cinture di sicurezza, con quanta forza premete sui freni, e conoscendo perfino dati sensibili sulla vostra “razza” e sulla vostra attività sessuale.
Food delivery senza privacy: dopo avere dato il proprio numero per la consegna, il 29% dei clienti viene ricontattato per avances sessuali
Se ormai sono in molti ad utilizzare il servizio di food delivery per ricevere un pranzo veloce da consumare durante la pausa pranzo sul lavoro, o per una cena tranquilla davanti alla tv senza doversi preoccupare di cucinare, d'altra parte i rider impiegati per le consegne a domicilio sembrano non essere troppo rispettosi della privacy dei clienti.
Datore di lavoro crea una black list con le valutazioni sui dipendenti senza coinvolgere il Data Protection Officer
Dipendenti sottoposti a umilianti violazioni della loro privacy, venivano classificati in modo denigratorio in un registro istituito dal datore di lavoro senza aver mai coinvolto il Data Protection Officer. Interviene l'autorità per la protezione dei dati con sanzioni per 215.000 euro.
Caro voli, tutelare la privacy per difendersi dagli algoritmi
A chi deve acquistare dei voli aerei in queste ultime settimane capita spesso di imbattersi in tariffe abnormi: i consigli per riuscire a difendersi dai rincari degli algoritmi e strappare prezzi equi sui biglietti.
Niente scuse per i medici che condividono i dati dei pazienti tramite WhatsApp senza rispettare la privacy
Dati sensibili dei pazienti condivisi su WhatsApp da parte di almeno 26 membri del personale sanitario per più di 500 volte accertate. Attraverso l’app di Meta venivano inviati nominativi, indirizzi, immagini, video, e screenshot, che includevano informazioni cliniche dei diretti interessati. Ma anche divulgazione illecita di dati personali a un utente non autorizzato non appartenente allo staff medico che era stato aggiunto nel gruppo per errore.
È boom del riconoscimento facciale, ma senza rispetto della privacy il baratro è dietro l’angolo
Le tecnologie che usano il riconoscimento facciale sono sempre più diffuse, e se in certi casi si rivelano utili, spesso finiscono invece per diventare un umiliante strumento di discriminazione. Aumentano infatti le vicende di cronaca che raccontano di sistemi “intelligenti” che utilizzano i dati biometrici del volto umano per individuare determinate persone e colpirle con provvedimenti punitivi come negare loro l’accesso a supermercati per fare acquisti, oppure identificarle come ospiti sgraditi cacciandole da eventi pubblici, e in certi casi privarle di loro diritti come quello di manifestare pacificamente, arrivando talvolta perfino ad arrestarle ingiustamente.
I messaggi d’emergenza IT-Alert non violano la privacy ma in compenso possono scatenare il caos
Il noto proverbio “uomo avvisato mezzo salvato” rende bene l’idea di quanto possa essere di vitale importanza il fatto di essere tempestivamente messi a conoscenza di una catastrofe imminente nella zona in cui ci troviamo per avere il tempo di mettersi in salvo, come ad esempio nel caso in cui si verifichi uno tsunami o il collasso di una grande diga, e il sistema di allertamento IT-Alert che il Dipartimento nazionale della Protezione civile sta sperimentando sul territorio italiano in questo periodo si pone proprio questo obiettivo, visualizzando in situazioni del genere un messaggio di allarme sugli smartphone degli utenti.