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GDPR, le big di Internet non si sono ancora messe in regola
A un certo punto su tutti i nostri dispositivi sono arrivate ondate di messaggi informativi sulla privacy. Lo imponeva il Gdpr, il nuovo regolamento europeo sulla privacy. E' entrato in vigore da poco più di un mese, ma le grandi piattaforme online si sono adeguate in modo ancora "insufficiente".
Gdpr, solo il 23% delle imprese si sono adeguate
Il 23% delle imprese italiane si è adeguata al Gdpr, la nuova normativa Ue sulla privacy in vigore da fine maggio 2018, il 59% ha progetti in corso, l'88% ha un budget dedicato. E cresce il mercato della sicurezza informatica raggiungendo il valore di 1,9 miliardi di euro (+9% su anno). A scattare la fotografia è una ricerca dell'Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano.
I castelli di carta della privacy nelle aziende
Nella mia ormai lunga esperienza di consulente strategico in materia di privacy e protezione dati, sono purtroppo molte le aziende che ho visto sbandierare virtù che in realtà non hanno. Fin dal primo incontro presso la sede della società, o a volte perfino alla prima occhiata al sito web aziendale, spesso sono evidenti delle desolanti carenze che rivelano quanto sia realmente scarsa la sensibilità ai temi di cui mi chiedono di occuparmi.
Il Modello Organizzativo Privacy come strumento di integrazione: esempi
Il Modello Organizzativo per la Protezione dei Dati (c.d. MOP) è uno strumento di accountability, utile anche per dare evidenza di come l’Organizzazione che lo adotta intenda integrare la normativa cogente (sia generalista che di settore), come i sistemi di gestione volontari, favorendo efficaci modalità di comunicazione. L’integrazione tra sistemi è un tema di grande attualità, a cui sono dedicati standard specifici, come la recente ISO 37301:2021 “Sistemi di gestione per la compliance - Requisiti con guida per l'utilizzo”, che fornisce le “Linee guida per istituire, sviluppare, attuare, valutare, mantenere e migliorare un efficace sistema di gestione per la compliance all'interno di un'organizzazione”.
La catena di custodia come misura di accountability per la protezione dei dati personali
Con sempre maggiore frequenza si fa ricorso alla definizione “catena di custodia”; in quest’articolo cerchiamo di comprenderne il significato nel contesto della protezione dei dati personali.
La compliance privacy nei siti web ai tempi del Gdpr
L’impatto del Gdpr sui siti web è stato in questi anni spesso sottovalutato. Molti operatori del settore hanno pensato che la redazione di una semplice privacy policy potesse, in qualche modo, bastare a rendere conforme al Gdpr il sito web. Il processo di compliance di un sito web, invece, passa inevitabilmente per l’analisi approfondita del sito, delle componenti tecniche di cui è composto e dei dati che raccoglie e tratta.
La gestione degli asset, pilastro della sicurezza dei dati e della compliance in azienda
Affinché le aziende possano prendere decisioni informate e ben orientate agli obiettivi di business, devono prima sapere quali risorse possiedono, dove sono posizionate e come vengono utilizzate.
La protezione dei dati, un tavolino a tre gambe tra privacy, cybersecurity e governance
La contrapposizione tra figure tecniche e figure umanistiche è antica; storicamente si sono sempre individuate professioni in cui la componente tecnica era rilevante, a scapito delle conoscenze umanistiche, e viceversa, ma l’antica dicotomia va riducendosi. La dottrina della protezione dei dati è una dimostrazione di ciò: è un tavolino a tre gambe.
L’importanza di una compliance integrata legal-cybersecurity
L’odierno dinamismo delle aziende è caratterizzato da un notevole aumento delle minacce informatiche. Il problema riguarda sia le PMI sia le multinazionali, poiché tali rischi sono anche frutto della congiuntura creatasi su scala internazionale: l’emergenza sanitaria e l’affermazione di scenari riconducibili al cyberwarfare.
Privacy, aziende in ritardo perenne: il 70% non è a norma di Gdpr
Il regolamento europeo sulla privacy è pienamente applicabile da ormai più di tre mesi. Eppure, sembra proprio che le aziende non abbiano ancora trovato la via maestra per mettersi in regola. Negli ultimi tre mesi la quota di aziende che non sono riuscite a rispondere alle richieste da parte degli utenti di ottenere una copia dei propri dati personali entro un mese, così come stabilito dai regolamenti della General data protection regulation (Gdpr), ha toccato quota 70%. E non è proprio un segnale di buon auspicio in termini di compliance.