La Corte Ue mette i freni a Meta sulla pesca a strascico di dati personali
Sono ben 8 i punti, tutti di interpretazione del Regolamento europeo di protezione dei dati personali, nei quali sono cristalizzate le conclusioni della Corte di giustizia europea (sentenza nella causa C-252/21) sulla legittimità della condotta di Meta. I fatti, innanzitutto: Meta Platforms Ireland gestisce l’offerta Facebook nell’Unione. Iscrivendosi al social network gli utenti accettano le condizioni generali stabilite e, di conseguenza, le regole sull’uso dei dati e dei marcatori (cookies). Meta raccoglie così dati riferiti alle attività degli utenti all’interno e all’esterno del social network e li mette in relazione con gli account Facebook degli utenti interessati.
Fonte: Il Sole 24 Ore - di Giovanni Negri