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Non si registra la temperatura dei clienti

Non si registra la temperatura dei clienti

Da quando l'emergenza sanitaria legata al Covid-19 è scoppiata sono stati tantissimi gli interventi del legislatore che si sono susseguiti a una rapidità mai vista prima, e molti di questi hanno avuto ad oggetto o comunque hanno riguardato il diritto alla riservatezza dei cittadini. I provvedimenti sono talmente tanti che risulta ormai particolarmente difficile districarsi tra norme e provvedimenti con contenuti e forme sempre diversi.

Coronavirus, gli esperti sulla app "Immuni": "il ministro faccia chiarezza"

Coronavirus, gli esperti sulla app "Immuni": "il ministro faccia chiarezza"

Le risposte date lo scorso 21 aprile dal ministro Paola Pisano sulla app ‘Immuni’ “non sono completamente allineate con altre dichiarazioni espresse nella stessa giornata, in particolare da parte del Commissario Straordinario Domenico Arcuri”. E’ quanto scrive ANORC (Associazione Nazionale degli Operatori e Responsabili della Custodia dei contenuti digitali) in una lettera inviata oggi proprio al ministro per l’Innovazione a cui si chiede di fare chiarezza su alcuni punti per “garantire un pieno processo di trasparenza che dovrebbe essere alla base di quel patto collettivo che si richiede in questi giorni al popolo italiano, in modo che si possa sperare di raggiungere in futuro la soglia del 60-70% di diffusione necessaria per garantire l’efficacia dell’app Immuni”.

Niente telecamere "fai da te" che inquadrano la strada pubblica

Niente telecamere "fai da te" che inquadrano la strada pubblica

I centri residenziali, i condomini e in generale tutti i soggetti privati che vogliono installare telecamere di videosorveglianza rivolte verso le strade devono prima accordarsi con il proprio comune. Che diversamente può ordinare la rimozione immediata dell'impianto segnalando l'abuso direttamente all'Autorità garante. Lo ha chiarito il Tar Lazio, sez. II–bis, con l'inedita sentenza n. 3316 del 17 marzo 2020. Un centro residenziale alle porte di Roma ha installato dei sistemi di videosorveglianza applicando anche dei cartelli di avvertimento.

Unicredit, i dati di 3.000 dipendenti in vendita sui “forum” degli hacker

Unicredit, i dati di 3.000 dipendenti in vendita sui “forum” degli hacker

I dati di circa 3.000 dipendenti di Unicredit sono finiti in vendita su alcuni forum per i cyber-criminali a seguito di un attacco hacker: lo ha svelato Telsy, società di cybersecurity del gruppo Tim. Nel suo blog Telsy scrive di aver trovato i dati rubati in vendita su almeno due diversi forum; l’autore del post si firma con la sigla c0c0linoz. I dati sottratti – secondo quanto scrive l’ignoto hacker – appartengono a dipendenti di Unicredit e includono indirizzi email, numeri di telefono, nomi e cognomi e password cifrate.

Garante Privacy Ue: Coronavirus, servono garanzie sulla riservatezza dei dati

Garante Privacy Ue: Coronavirus, servono garanzie sulla riservatezza dei dati

"Legittimità, trasparenza e proporzionalità dovrebbero accompagnare qualsiasi misura intesa a combattere la pandemia Covid-19". Questa la posizione del Garante europeo sulla protezione dei dati personali sulle app di tracciamento che saranno introdotte nella fase 2 dell'emergenza coronavirus, che si dice pronto "ad ad assistere gli sviluppatori di tecnologia in questo sforzo collettivo". L'ufficio del Garante europeo precisa di non esprimersi direttamente sulla app dell'Italia, "in quanto la competenza non è nostra ma dei garanti nazionali, in questo caso del garante della privacy italiano".

Il reato di appropriazione indebita si configura anche per la sottrazione di file di dati

Il reato di appropriazione indebita si configura anche per la sottrazione di file di dati

Costituisce appropriazione indebita la sottrazione definitiva di file o dati informatici attuata mediante duplicazione e successiva cancellazione da un personal computer aziendale, affidato al colpevole per motivi di lavoro e restituito formattato. I dati informatici, per struttura fisica, misurabilità delle dimensioni e trasferibilità, devono essere considerati come cose mobili ai sensi della legge penale. Lo chiarisce la Cassazione con la Sentenza 11959/2020 della Seconda sezione penale con la quale la Corte modifica un orientamento contrario a ritenere applicabile l’appropriazione indebita, reato punito con pena fino a 3 anni, alla condotta di sottrazione di file.

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