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Neanche gli utenti di Linkedin si salvano dalle truffe online

Anche Linkedin, social network professionale per eccellenza con quasi 1 miliardo di utenti nel mondo, è bersaglio di hacker e truffatori. A metterlo in evidenza è una ricerca di NordLayer, società che si occupa di cybersecurity.

Nel corso di quest’anno, più della metà delle aziende prese in esame (il 56%) ha infatti subìto almeno una truffa su LinkedIn. Secondo l’analisi di NordLayer, ”le più colpite sono le grandi organizzazioni (65%)”, e ”come su qualsiasi altro social, gli aggressori e i truffatori cercano informazioni e denaro sotto minaccia di rovinare la reputazione delle vittime”.

I dati della ricerca, in cui sono stati intervistati 500 utenti maggiorenni del social professionale in Canada, Regno Unito e Stati Uniti, rivelano che le offerte di lavoro fasulle (47%) rappresentano la truffa più comune ai danni delle aziende su LinkedIn. Tanti anche i tentativi di phishing (47%), le richieste di collegamento da parte di sconosciuti con un link sospetto nel messaggio (41%) e approcci di contatto da parte di finti team di supporto tecnico (38%), mentre sono i danni alla reputazione l'effetto più comune di truffe e frodi su LinkedIn (48%).

Secondo il rapporto di NordLayer, ”il comportamento più osservato da parte delle vittime di questi tipi di attacco è stato un contatto da un falso supporto di LinkedIn (71%)”.

Inoltre, anche la pubblicazione di post sul social da parte dei truffatori (71%) e nel 51% dei casi c'è stata una segnalazione alle forze dell'ordine. Le aziende di medie dimensioni hanno subìto danni reputazionali (47%) e furti/danni ai contatti dei clienti (45%). Invece le piccole imprese che hanno subìto truffe di questo tipo hanno segnalato perdite di denaro (67%), interruzione dell'attività e furto di proprietà intellettuale (58% in entrambi i casi).

Come spiegano gli esperti di NordLayer, “uno dei modi migliori per proteggere la propria azienda dalle truffe su LinkedIn si basa su una formazione costante delle proprie risorse umane, affinché si formi una piena consapevolezza sull'esistenza di queste problematiche e di conseguenza la capacità di riconoscerle”.

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