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Il 36% degli utenti è convinto che la navigazione in incognito protegga la loro privacy rendendoli completamente invisibili online

Un nuovo studio di Kaspersky ha fatto luce sui principali falsi miti e superstizioni digitali e su come si comportano gli italiani.

Lo studio “Entusiasmo, superstizione e grande insicurezza – Come gli utenti di tutto il mondo si confrontano con l’universo digitale” rivela opinioni contrastanti in merito alla protezione delle informazioni personali.

Ad esempio, il 42% degli italiani crede che coprire la webcam dei propri dispositivi digitali garantisca la privacy, mentre il 36% si affida alle modalità in incognito per proteggere le proprie attività online.

Questi numeri dimostrano come possa essere ancora difficile distinguere tra ciò che è sicuro e privato da ciò che non lo è.

Nonostante da decenni si utilizzino i dispositivi digitali e si riconosca che la cybersicurezza è un problema reale e importante, distinguere tra cosa è sicuro e cosa non lo è può essere ancora difficile.

La ricerca di Kaspersky rivela anche altre contraddizioni degli utenti nelle abitudini digitali e nell’approccio alla privacy digitale: se il 42% crede che coprire la webcam dei propri dispositivi sia una misura abbastanza efficace per proteggere la propria privacy, d’altra parte il 39% si diverte a fare minigiochi e fa test online, inviando i propri dati personali a fonti non affidabili per poter partecipare e pubblicando i risultati sui social media, coinvolgendo anche i propri amici in questa incauta condivisione dei dati.

Quasi la metà degli italiani teme che gli assistenti vocali siano costantemente in ascolto e raccolgano informazioni personali. Di conseguenza, quasi un quarto degli intervistati (24%) sceglie di attivare la modalità aereo durante le conversazioni private più importanti.

Parallelamente, il 36% è erroneamente convito che attivare modalità di navigazione in incognito li renda completamente invisibili online. Inoltre, un sorprendente 19% è disposto a cliccare su link sconosciuti nei messaggi, con il rischio di compromettere la propria sicurezza.

“La nostra ricerca vuole sottolineare l'importanza di un approccio ben informato alla cybersicurezza e alla privacy digitale. Per garantire sicurezza e protezione, è essenziale mantenere un approccio critico, affidandosi esclusivamente a fonti e fatti verificati. Ciò significa evitare di affidarsi a tecniche non comprovate e falsi miti. Inoltre, l'implementazione di una soluzione di sicurezza completa che offra una solida protezione contro una vasta gamma di minacce e rischi può rivelarsi preziosa”, ha dichiarato Anna Larkina, Web-Content Analyst di Kaspersky.

Note Autore

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Federprivacy è la principale associazione di riferimento in Italia dei professionisti della privacy e della protezione dei dati personali, iscritta presso il Ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della Legge 4/2013. Email: [email protected] 

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