NEWS

Crowdsourcing e dati di addestramento per gli algoritmi di intelligenza artificiale

Con questa espressione inglese secondo l’enciclopedia Treccani ci si riferisce alla “Richiesta o raccolta, attraverso la rete, di suggerimenti, idee, opinioni, progetti o prodotti, per i quali possono essere previsti, come incentivi, premi o somme di denaro. Questa strategia è adottata da aziende e istituzioni, che sfruttano la potenziale offerta dell’enorme collettività del web (dove è più facile e immediato reperire forza lavoro, qualificata e non, rispetto alla società reale), per affidare all’esterno determinati compiti. Il c. viene usato in campo creativo, per es. nella creazione di banche di immagini; in campo tecnico e scientifico, per ricerche collaborative o soluzioni inedite; in campo culturale, per es. in progetti come Wikipedia.” (Fonte: Trecccani.it).

Crowdsourcing e Intelligenza Artificiale, aumentano le criticità sui dati personali

In generale attraverso il crowdsourcing un’azienda affida lo sviluppo di un progetto ad un insieme di persone. La definizione più nota è stata fornita dai Professori Enrique Estellés e Fernando Gonzàles dell’Università di Valencia secondo i quali: “il crowdsourcing è un’attività partecipativa online nella quale un’azienda propone mediante un annuncio aperto e flessibile, la realizzazione libera e volontaria di un compito specifico.

La realizzazione di tale compito, di complessità e modularità variabile, e nella quale il gruppo di riferimento deve partecipare apportando lavoro, denaro, conoscenze e/o esperienza, implica sempre un beneficio per ambe le parti. L’utente otterrà, a cambio della sua partecipazione, il soddisfacimento di una concreta necessità, economica, di riconoscimento sociale, di autostima o di sviluppo di capacità personali, il crowdsourcer d’altro canto otterrà e utilizzerà a proprio beneficio il contributo offerto dall’utente, la cui forma dipenderà dal tipo di attività realizzata”

Sulla rivista “Wired UK” del 16 Ottobre 2023 è comparso un articolo “Millions of Workers Are Training AI Models for Pennies” che raccontava la storia di una giovane venezuelana che alla ricerca di un lavoro stabile, veniva consigliata di aderire alla richiesta di una società australiana che cercava lavoratori per etichettare i dati di addestramento per gli algoritmi di intelligenza artificiale.

Si tratta di un fenomeno in crescita dove grazie a specifiche piattaforme (es. “zooppa”, “BestCreativity”, “Starbytes”, “Twago”) il lavoratore sceglie il lavoro più adatto alle sue capacità. Purtroppo, come dice anche il titolo dell’articolo i compensi sono bassi trasformando così questa attività in uno dei mercati del lavoro più economico del mondo.

Note Autore

Marco Soffientini Marco Soffientini

Avvocato esperto di protezione dei dati personali, Data Protection Officer di Federprivacy. Autore Ipsoa, docente Unitelma Sapienza, Privacy Officer certificato TÜV Italia, Fellow Istituto Italiano Privacy.  - Twitter: @msoffientini1

Prev Raggiunto l'accordo politico sull'Artificial Intelligence Act
Next La privacy non va in vacanza: i consigli del Garante per la migliore protezione dei dati durante le festività

Privacy Day Forum 2024: intervista a Pasquale Stanzione

Mappa dell'Italia Puglia Molise Campania Abruzzo Marche Lazio Umbria Basilicata Toscana Emilia Romagna Calabria

Rimani aggiornato gratuitamente con la nostra newsletter settimanale
Ho letto l'Informativa Privacy