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Visualizza articoli per tag: sanzioni

La Federal Competition and Consumer Protection Commission (FCCPC) della Nigeria ha inflitto a Meta una maxi multa di 220 milioni di dollari per aver violato la legge sulla privacy con l’imposizione della nuova policy di WhatsApp.

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Le comunicazioni effettuate e ricevute all’interno di un social network sono finalizzate unicamente a quanto stabilito nelle condizioni di utilizzo del servizio. Lo ha ribadito il Garante per la privacy intervenendo su un’agenzia immobiliare per aver proposto i suoi servizi alla proprietaria di un immobile utilizzando i contatti di LinkedIn. Questa piattaforma infatti ha come finalità lo scambio di contatti al fine di fornire opportunità di lavoro e non prevede che gli utenti del social network possano utilizzare la piattaforma per inviare messaggi ad altri utenti con lo scopo di vendere prodotti o servizi, anche se in ciò consiste la propria attività lavorativa.

Il Garante Privacy ha comminato una sanzione di un milione di euro a Credit Agricole Auto Bank per trattamento illecito di dati personali e reddituali di clienti che richiedevano il finanziamento per il noleggio a lungo termine di una autovettura.

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Grossolano scivolone sulla privacy dell'Asl Toscana Sud Est che lo scorso anno aveva preso l’iniziativa di celebrare la “la sanità di tutti per la salute di tutti” diffondendo dei cartelloni con questo slogan che ritraevano in primo piano un'infermiera intenta a lavorare sul computer del pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo, senza accorgersi però che sul suo schermo era nitidamente leggibile il nominativo di un paziente.

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Non basta posizionare i cartelli e le informative per essere in regola con la gestione di un impianto di videosorveglianza posizionato all'interno di un esercizio commerciale. Serve infatti anche l'accordo sindacale o il nulla osta dell'ispettorato del lavoro per non incorrere in sanzioni in materia di privacy e tutela dei lavoratori.

È destituita di ogni fondamento l’affermazione che il Garante per la protezione dei dati personali abbia rallentato o bloccato l’attuazione della norma che individua le sanzioni per i cittadini e i lavoratori ultra 50enni sottoposti all’obbligo di vaccinazione contro il Covid-19.

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Il fatto che dei numeri di telefono siano pubblicati su elenchi online o facilmente recuperabili su internet non significa che siano liberamente utilizzabili per effettuare telefonate agli abbonati per promuovere i servizi della propria attività commerciale, e il fatto che gli operatori violino la privacy delle persone “in buona fede” non è una giustificazione accettabile.

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Per bilanciare la libertà di informazione e il diritto all’oblio, si può chiederne la deindicizzazione dai motori di ricerca. L’articolo conserva infatti il suo valore di documento storico e come tale deve rimanere accessibile nella sua integrità agli abbonati e a chi dovesse svolgere specifiche ricerche.

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Il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato per una somma complessiva di oltre 1 milione di euro Roma Capitale, la società di servizi Atac Spa e un subfornitore, per non aver tutelato i dati degli automobilisti che parcheggiano nel territorio del Comune. La decisione è stata assunta all’esito di un’istruttoria avviata in seguito alla segnalazione di un utente che si lamentava dei nuovi parcometri installati nel territorio comunale nel 2018.

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Se uno studio di Federprivacy su tremila siti dei comuni italiani ha evidenziato che il 47% di questi utilizza protocolli non sicuri e il 36% non rende noti i recapiti per contattare il Data Protection Officer, in Norvegia le inosservanze delle misure di sicurezza del Gdpr da parte dei comuni iniziano già ad essere sanzionate pesantemente, e questo costituisce un serio avvertimento per le p.a. di casa nostra, anche perché ormai siamo a poche settimane dalla scadenza del “periodo di grazia” di otto mesi previsto dal Dlgs 101/2018, in cui il Garante ha tenuto finora particolare considerazione nella fase di prima applicazione delle disposizioni sanzionatorie del Regolamento.

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