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Migliaia di videochiamate su Zoom finite su internet ad insaputa degli utenti
Pubblicate sul web ad insaputa degli utenti migliaia di registrazioni di videochiamate effettuate dal servizio di Zoom, l’app diventata molto popolare in questo periodo di pandemia del Coronavirus. Come riportato sul Washington Post, sono infatti risultati accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di riunioni di lavoro, di attività scolastiche, riunioni religiose, e di conversazioni private.
Monito del Garante Privacy: no alla condivisione del video dello stupro di Palermo
Il Garante della privacy mette in guardia sulle conseguenze, anche di natura penale, della diffusione e condivisione dei dati personali della vittima dello stupro di Palermo e dell’eventuale video realizzato.
Nominativo di un paziente leggibile sul manifesto del pronto soccorso di Arezzo, la ASL toscana scivola sulla privacy
Grossolano scivolone sulla privacy dell'Asl Toscana Sud Est che lo scorso anno aveva preso l’iniziativa di celebrare la “la sanità di tutti per la salute di tutti” diffondendo dei cartelloni con questo slogan che ritraevano in primo piano un'infermiera intenta a lavorare sul computer del pronto soccorso dell'ospedale San Donato di Arezzo, senza accorgersi però che sul suo schermo era nitidamente leggibile il nominativo di un paziente.
Non risarcibili le lesioni minime della privacy che non hanno prodotto danni comprovati
L’affissione in bacheca di notizia già resa nota verbalmente in assemblea e subito rimossa non produce danno risarcibile. Lo ha stabilito il Tribunale ordinario di Milano con sentenza numero 7732 del 6 ottobre 2023.
Online per errore i dati sanitari di un paziente: nessuna procedura ma solo istruzioni orali, multato l’ente
Dopo aver ricevuto un reclamo per l'illecita pubblicazione di dati sensibili di un paziente ricoverato in una clinica psichiatrica forense sul sito web della Regione di Örebro, il Garante per la privacy svedese ha avviato un'indagine, appurando che la segnalazione era fondata. Infatti, nel comunicato reso noto dalla stessa autorità per la protezione dei dati personali lo scorso 13 maggio, viene confermato che "le informazioni sensibili del paziente sono state erroneamente pubblicate e quindi rese accessibili al pubblico sul sito web della regione ".
Pasticcio Green Pass: la Regione Toscana diffonde un valido QR Code impossibile da revocare e acquistabile online per pochi euro
Per i furbetti del Green Pass non c’è bisogno di andare nel Dark Web o su qualche canale Telegram di truffatori per procurarsi un valido QR Code pagando centinaia di euro, perché si può comprare con pochi click a 9,99 euro su Alamy, noto sito di vendita online di immagini in stock.
Protestare è un diritto, ma calpestare la privacy delle persone che la pensano diversamente da noi non lo è
Quotidiani e siti on line riportano notizie di iniziative promosse da gruppi No Vax che, su chat e social media, diffondono e invitano a diffondere indirizzi e cellulari di medici, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, politici. E' vero che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma ciò deve sempre avvenire nel rispetto delle leggi vigenti. Protestare è quindi un diritto sacrosanto, ma calpestare la privacy delle persone che la pensano diversamente da noi non lo è.
Pubblicati online documenti di riconoscimento e curriculum integrali, sanzionato il Ministero dei trasporti per violazione della privacy
Meglio fare un passo indietro sulla trasparenza dei procedimenti amministrativi. Evitando di pubblicare documenti di riconoscimento e curriculum integrali per non incorrere in sanzioni privacy.
Pubblicazione di foto e video online, il vademecum del Garante per la Privacy
Pubblicato dal Garante per la protezione dei dati personali il vademecum “Attenzione quando pubblichi immagini online” contenente alcuni pratici suggerimenti sulla pubblicazione di post e video su internet. L’Autorità ricorda che si possono pubblicare immagini di altre persone solo con il loro consenso. E inoltre suggerisce di non inserire nelle immagini tag con i nomi di altre persone, a meno che queste non siano d’accordo.
Quando 'pettegolare' online costituisce illecito o reato
A tutti capita sovente di inoltrare qualche messaggio di testo, audio o video ricevuto tramite WhatsApp o altri social. C’è forse da preoccuparsi temendo di compiere un illecito o, addirittura, un reato? Sino a pochi anni fa, si temeva che una cosa riferita da una persona venisse poi divulgata ad altri da parte del pettegolo o della pettegola di turno. Oggi forse non è più così, perché quello che temiamo maggiormente è che un giudizio, una battuta, un messaggio audio o video o chissà cos’altro che abbiamo postato online venga poi “inoltrata” ad altri, magari divenendo di dominio pubblico.