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I nonni social devono chiedere il consenso dei genitori prima di postare online le foto dei nipotini
I nonni social devono chiedere il consenso dei genitori prima di postare online le foto dei nipotini. Così ha deciso la corte olandese Gederland, che, accogliendo il ricorso della mamma di un minore di 16 anni, ha ordinato a una nonna di rimuovere le foto da Facebook e da Pinterest, fissando una penale giornaliera (50 euro fino a un massimo di 1.000) in caso di ritardo nella cancellazione.
Il Comune di Gragnano mette alla gogna online i cittadini indigenti
Tra le misure che sono state varate nel periodo dell’emergenza sanitaria del Coronavirus, sono stati previsti anche degli aiuti per le famiglie che si trovano in difficoltà economiche. Come se già non fosse abbastanza umiliante superare il senso di disagio che si può provare rivolgendosi al proprio comune di residenza per chiedere il denaro per procurarsi i generi di prima necessità per sopravvivere alla crisi, il Comune di Gragnano ha aggiunto anche la gogna mediatica per le persone meno abbienti che hanno fatto richiesta dei buoni spesa.
Il Comune vince la causa contro l’ex dipendente e ne pubblica online la sentenza con i dati sensibili
Qualche anno fa un’ex dipendente aveva fatto causa per mobbing al Comune di Urago d’Oglio perdendo in primo grado, e l’amministrazione aveva pubblicato sul proprio sito istituzionale l’intera sentenza, nella quale vi erano dati sensibili dell’interessata, anche relativi alle sue condizioni di salute, motivo per cui la persona presentava un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali.
Il Garante della Privacy sanziona l’Inps per illecita diffusione di dati personali nell'ambito di un concorso pubblico
Pubblicare sul web gli esiti delle prove intermedie o dei dati personali dei concorrenti non vincitori o non ammessi ad un concorso è una violazione della privacy. Così si è espresso il Garante a seguito di un reclamo presentato da un partecipante al concorso pubblico, a 1858 posti di consulente protezione sociale nei ruoli del personale dell’INPS.
Instagram, foto e storie private visibili a tutti con un semplice trucco
Abbiamo impostato il nostro profilo di Instagram in modalità privata, credendo che le immagini, i video e le storie che pubblicheremo saranno visibili solo agli amici e ai parenti: Ma la privacy è solo illusoria, come ha rivelato un'indagine di BuzzFeed. La testata statunitense ha individuato un bug del social in grado di annullare qualsiasi protezione a difesa della riservatezza del nostro account. Una vulnerabilità che permette a chi ci segue di condividere qualunque contenuto presente sulla nostra bacheca con tutti, anche chi non è presente nella cerchia dei contatti accuratamente selezionati.
Instagram, TikTok e YouTube: pubblicati online i dati di 235 milioni di account
Ben 235 milioni di account di Instagram, TikTok e YouTube sono stati pubblicati online senza alcuna protezione. La società di sicurezza Comparitech ha scoperto un vasto database liberamente accessibile che espone i dati degli utenti. Ogni account contiene il nome e la foto del profilo, il nome reale, la descrizione e le statistiche di traffico, i like ricevuti, la crescita dei follower, la loro età, il genere e la posizione geografica. In più per due account su dieci si trovano anche informazioni personali come il numero di telefono o l'indirizzo email. Insomma, molti elementi pubblicamente accessibili ma che il database racchiude in un unico file e rende molto pericolosi.
L'affissione nella bacheca condominiale sul debito del singolo condomino è un'indebita diffusione di dati personali
La disciplina del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo n. 196 del 2003, prescrivendo che il trattamento dei dati personali avvenga nell'osservanza dei principi di proporzionalità, di pertinenza e di non eccedenza rispetto agli scopi per i quali i dati stessi sono raccolti, non consente che gli spazi condominiali, aperti all'accesso di terzi estranei rispetto al condominio, possano essere utilizzati per la comunicazione di dati personali riferibili al singolo condomino.
L'invio a più caselle Pec di un messaggio diffamatorio non fa scattare l'aggravante della diffusione su internet
L'invio di un messaggio di posta elettronica certificata - anche a più destinatari - non costituisce di per sè l'aggravante del terzo comma dell'articolo 595 del Codice penale che punisce la diffamazione. Inizialmente la norma prvedeva l'aggravante per la condotta commessa a mezzo stampa. Oggi la nozione è quella della potenziale pubblicità che, con i nuovi mezze di comunicazione, può raggiungere un contenuto diffamatorio. L'immissione in internet di un messaggio è già stata considerata dalla giurisprudenza come presunzione di un alto rischio di diffusione dei contenuti condivisi.
Migliaia di Green Pass online, chi li ha pubblicati è un irresponsabile
La notizia è, ormai, drammaticamente nota: online si trovano migliaia di green pass autentici o, almeno, apparentemente autentici in vendita o gratuitamente disponibile per chi, magari non essendo vaccinato e non intendendo vaccinarsi né farsi periodicamente un tampone non voglia, comunque, rinunciare alla maggior libertà offerta dal possesso dell’ormai celeberrima certificazione verde.
Migliaia di videochiamate su Zoom finite su internet ad insaputa degli utenti
Pubblicate sul web ad insaputa degli utenti migliaia di registrazioni di videochiamate effettuate dal servizio di Zoom, l’app diventata molto popolare in questo periodo di pandemia del Coronavirus. Come riportato sul Washington Post, sono infatti risultati accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di riunioni di lavoro, di attività scolastiche, riunioni religiose, e di conversazioni private.