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Il Dlgs 104/2022 “Decreto Trasparenza” è stato pubblicato da alcuni mesi, ma i dubbi sono ancora molti; anzi, più si approfondisce il testo e maggiori sono le domande che non trovano risposte esaurienti. In questo articolo si approfondiranno i seguenti elementi, in attesa di ulteriori indicazioni da parte dei Ministeri e degli enti interessati:

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Con il Decreto Trasparenza, i lavoratori dovranno essere informati dal datore o dai committenti sull’uso di sistemi decisionali o di monitoraggio solo se questi sistemi sono integralmente automatizzati. Gli obblighi informativi non si applicano, poi, ai sistemi che siano protetti da segreto industriale. Sono queste le due modifiche apportate dal decreto Lavoro (Dl 48/2023, ora all’esame del Senato per la conversione in legge) all’articolo 1-bis del Dlgs 157/1997, introdotto l’anno scorso dal decreto Trasparenza (Dlgs 104/2022).

È antisindacale la condotta della società di consegna cibo a domicilio che rifiuta di consegnare alla organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative l'informativa sull'utilizzo e il funzionamento dei sistemi automatizzati digitali introdotta dal decreto Trasparenza (Dlgs 104/2022): con questa decisione il Tribunale di Palermo (ordinanza del 3 aprile 2023 RG 645/2023) lancia un segnale importante su un adempimento finora troppo sottovalutato da alcuni datori di lavoro.

Maggiori controlli e rigorose garanzie per l’utilizzo di sistemi decisionali o di monitoraggio automatizzato nel rapporto di lavoro, pubblico e privato. Conciliare il rispetto del Gdpr con il Decreto Trasparenza. Supportare i datori di lavoro nella corretta applicazione della nuova normativa. Queste le prime indicazioni, fornite dal Garante per la privacy nella comunicazione inviata al Ministero del Lavoro e all’Ispettorato Nazionale del Lavoro in risposta ai numerosi quesiti ricevuti  da Pa e imprese.

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I nuovi obblighi informativi per l’attivazione dei rapporti di lavoro (non solo subordinato, ma anche per le collaborazioni), disposti dal decreto legislativo 104/2022, che è la trasposizione nel nostro ordinamento della direttiva 2019/1152 sul lavoro trasparente, hanno finito per imporre alle imprese, nei fatti, di riprodurre per iscritto il contenuto (quasi) integrale delle regole che governano il rapporto di lavoro.

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Il decreto Lavoro (Dl 48/2023, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 103 del 4 maggio e in vigore da venerdì 5 maggio) contiene una misura di semplificazione molto importante: la revisione degli adempimenti introdotti l’anno scorso con il cosiddetto decreto Trasparenza, il Dlgs 104/2022 che – nel dare attuazione a una direttiva comunitaria (2019/1152) – aveva appesantito gli adempimenti informativi gravanti sul datore di lavoro al momento dell’assunzione.

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Informativa unica, ma rafforzata, per i lavoratori pubblici e privati: un solo documento con le informazioni sulla privacy e con quelle sui sistemi decisionali e di monitoraggio automatizzato. A raccomandarlo è il Garante della privacy, che ha fornito le sue prime indicazioni a riguardo del rapporto tra decreto Trasparenza (dlgs n. 104/2022) e regolamento Ue 2016/679 (Gdpr). Lo ha fatto in una comunicazione del 13/12/2022 (resa nota dalla newsletter del 24/1/2023), inviata al ministero del lavoro e all'Ispettorato nazionale del lavoro.

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Informazioni ai lavoratori anche sui sistemi decisionali di monitoraggio non integralmente automatizzati. Gli obblighi informativi non sono limitati agli strumenti integralmente automatizzati. Ciò nonostante, la formulazione letterale dell'articolo 26 del decreto-legge 48/2023, che non ha una portata né innovativa né riduttiva di obblighi informativi, i quali rimangono intatti per effetto degli articoli 13 e 15 del Regolamento Ue sulla privacy n. 2016/679 (Gdpr).

Il D.lgs 104/2022 cd. “Decreto Trasparenza” non smette di stupire; l’articolo 16 “Disposizioni transitorie” non riguarda necessariamente solo un limitato periodo di tempo ma potrebbe estendere lo stato “transitorio” ad un lungo arco di tempo, creando una possibile disparità tra i lavoratori. In questo articolo si vuole approfondire questo aspetto. L’art. 3 del c.d. “decreto trasparenza” o più correttamente D.lgs. 27.06.2022 n. 104, entrato in vigore il 13 agosto scorso, sottolinea come il suo scopo sia quello di comunicare a ciascun lavoratore in modo chiaro e trasparente le informazioni ivi previste, sul presupposto che la loro conoscenza consenta al lavoratore di tutelare con più efficacia i propri diritti.

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I nuovi obblighi di informazione del lavoratore e dei sindacati sull’uso dei sistemi automatizzati escludono le informazioni qualificate come segreti aziendali: è il datore, però, a dover effettuare ex ante questa valutazione.

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Il presidente di Federprivacy a Rai Parlamento

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