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Visualizza articoli per tag: Big Data

Approvato dal Garante per la protezione dei dati personali il piano ispettivo per il secondo semestre di quest’anno. Il piano, il primo ad essere varato dopo la piena applicazione del Regolamento Ue, vede al centro delle verifiche degli ispettori dell’Autorità i trattamenti di dati effettuati da aziende e pubbliche amministrazioni che gestiscono banche dati di grandi dimensioni, le misure di protezione dei dati negli istituti di credito (specie con riferimento a segnalazioni di data breach), i trattamenti di dati per attività di telemarketing.

Nell’attuale contesto caratterizzato da una crescita esponenziale dei dati (big data) e dalla digitalizzazione, la definizione di una policy per la governance di dati appare un fattore strategico necessario per le organizzazioni pubbliche e private che si trovano a trattare grandi quantità di dati, di cui hanno bisogno per i propri processi e per l’innovazione di processo e di prodotto.

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Negli ultimi anni, l'evoluzione tecnologica ha cambiato radicalmente il modo in cui le università gestiscono i dati degli studenti, del personale e dei ricercatori. L'introduzione di strumenti di intelligenza artificiale (IA) e i Big Data ha creato nuove opportunità per migliorare i servizi offerti agli studenti e per ottimizzare le attività accademiche e amministrative.

Negli ultimi anni il nostro modo di usare la tecnologia è cambiato notevolmente e nuovi tipi di dato si sono resi disponibili. Basti pensare alle tracce generate dai dispositivi mobili che la maggior parte di noi porta sempre con sé e alle nostre relazioni e interazioni sociali descritte nei social network. Data la loro natura particolare questi dati si sono guadagnati il nome di Big Data.

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Qualche mese fa il Garante Privacy italiano ha pubblicato un’indagine conoscitiva sui Big Data, dove è emerso in sintesi, che circa 6 utenti su 10 non solo sono consapevoli di generare, con le loro attività online, dati utilizzabili per attività di profilazione, ma anche che essi appaiono informati dell’elevato grado di pervasività dei sistemi di raccolta (es. geo-localizzazione, accesso a funzionalità come la rubrica, il microfono e la videocamera) e della possibilità di sfruttamento dei dati da parte delle imprese.

Procedure sempre più rapide e snelle per ottenere un finanziamento sul web, ma si diffondono sistemi di analisi dei profili social degli utenti basati su algoritmi di machine learning che concorrono a determinare la concessione del finanziamento, con perplessità sulla mancanza di consapevolezza degli utenti. Bernardi: "Notevoli vantaggi con i prestiti online, ma istituti di credito devono operare con trasparenza e rispettare regole del GDPR". La raccomandazione di Federprivacy: "Leggere bene le informative e tutta la documentazione disponibile, dando il proprio consenso solo se sì é certi di aver compreso ‎tutte le condizioni."

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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