ARGOMENTO:

Lei ha posto un quesito importante, basilare per un imprenditore: se un mero costo possa diventare un investimento.
La mia risposta, stando all'esperienza professionale in materia di consulenza 'data protection', è condizionatamente positiva: le imprese che hanno voluto 'sfruttare la necessità' ovvero 'fare di necessità virtù', si sono giovate della formalizzazione di un sistema di responsabilità interno e di numerose procedure, hanno adottato ulteriori misure di sicurezza - peraltro destinate non solo a proteggere i dati personali, ma l'intero patrimonio informativo -, hanno acquisito/affinato la sensibilità verso i diritti e le esigenze della clientela/utenza, hanno guadagnato e condiviso con i propri addetti consapevolezza, hanno (meglio) appreso il concetto di sistema di gestione (già insito, peraltro, in altra importante normativa cogente come quella di cui al Testo Unico di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro). Se (se) in tutto o anche solo in parte si sono impegnate nella direzione complessivamente indicata, ebbene, con la protezione dei dati personali sono cresciute sul piano culturale. E la cultura d'impresa si traduce - per quanto possa sembrare strano, anche perché ciò non si verifica immediatamente e/o visibilmente - in consolidamento e/o in nuove occasioni di business.

Per gran parte degli imprenditori italiani l'adeguamento privacy è solamente un'ulteriore costo da affrontare per evitare sanzioni ed è nostro compito far capire il vero motivo di tale adeguamento sensibilizzandolo alla tematica.

Oltre ad un costo sostenuto per evitare sanzioni, l'adeguamento può diventare una convenienza concreta per l'imprenditore? (es. tramite certificazioni, sgravi fiscali ecc.)

Con questa domanda vorrei provocare un dibattito costruttivo.