Matteo Alessandro Pagani
Avvocato, Socio Fondatore PLS Legal, Delegato Federprivacy nell'area metropolitana di Milano - Web: www.plslegal.eu
Le IA nelle chatbot come le sirene di Ulisse: quali pericoli comportano per gli adolescenti, anche a livello privacy?
Certi servizi innovativi come le chatbot sviluppate con l’intelligenza artificiale, possono risultare molto convincenti per un giovane nel fornire i propri dati personali, anche particolari, come l’orientamento sessuale e lo stato di salute psicofisica, ma un buon consulente sa quanto sia importante evitare che il lato pioneristico si imponga prepotentemente sul rispetto della normativa privacy.
L’Intelligenza Artificiale quale supporto nella redazione dei modelli 231: quali rischi e quali vantaggi?
La recente esplosione di servizi basati sulla tecnologia dell’Intelligenza Artificiale, nello specifico sulla IA generativa, potrebbe portare a vedere tali IA come sostituti in molte attività di massiccia produzione documentale, e oltre al supporto nell’attività giudiziale, avvocati e giuristi d’impresa possono avvalersene anche per la redazione di Modelli Organizzativi ai sensi del d.lgs. 231/01.
L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nei prodotti per la sicurezza sul lavoro: gli aspetti privacy da valutare
Sempre più soluzioni disponibili sul mercato per la sicurezza sul lavoro vengono pubblicizzate come “supportate dall’intelligenza artificiale”. Ma se da un lato la loro implementazione potrebbe portare a dei vantaggi nella riduzione dei rischi per la salute psicofisica del lavoratore, dall’altro non significa che tale implementazione non comporti tutta un’altra serie di rischi.
In vendita nel Dark Web i dati di derivazione genetica di un milione di utenti di origine ebraica
Di recente il sito 23andMe ha annunciato di aver subito una fuga di dati di un milione di profili di utenti con origini ebree, e a quanto pare non sembra che fossero state implementate le misure di sicurezza necessarie per la tutela di tali particolari dati.
Attenzione ad integrare Intelligenze Artificiali di terze parti nella propria impresa!
Le recenti innovazioni nell’ambito dello sviluppo di intelligenze artificiali (di seguito anche “IA”) stanno portando all’interno della realtà di tutti i giorni quello che fino a pochi anni fa era solo fantascienza. Avere a portata di mano un “cervello elettronico” in grado svolgere non solo attività manifatturiere, ma anche di prestazione d’opera intellettuale, come ad esempio redigere e leggere contratti o scrivere articoli di giornale, può non tanto sostituire l’attività umana, quanto rafforzarla, moltiplicandone esponenzialmente la produttività.
L’utilizzo sconsiderato di intelligenze artificiali mette a rischio i dati biometrici, soprattutto dei minori
Dalla fantascienza alla realtà, ormai le intelligenze artificiali hanno invaso le nostre vite, e non sono più fonte di sorpresa quanto piuttosto di curiosità. Lo sdoganamento dell’utilizzo di intelligenze artificiali per attività frivole come, ad esempio, modificare la propria immagine, può provocare gravi conseguenze, se viene fatto senza tener conto dell’importanza di tutelare la propria immagine da trattamenti che potrebbero implicare anche la raccolta dei dati biometrici. In particolare, sta spopolando, soprattutto tra i più giovani, un bot su Telegram per trasformare la propria foto in un cartone Manga.
Brillo, il robot napoletano che chiacchera con i clienti e prepara i cocktail tra automazione del lavoro e privacy
Nel continuo progresso verso l’automazione di un sempre maggior numero di lavori (basti pensare agli esperimenti di Amazon con i propri magazzini o a quelli di Google con il taxi che si guida da solo), un’iniziativa che di recente ha fatto parlare di sé è quella di “BRILLO” (Bartending Robot for Interactive Long-Lasting Operations), il robot-barista nato da un progetto dell’Università Federico II di Napoli.
Twitter punta sulla 'gamification' per avvicinare i propri utenti alla privacy
Recentemente Twitter ha reso disponibile una nuova modalità per mettere i propri utenti a conoscenza delle proprie politiche e impostazioni relativamente al trattamento e alla tutela dei dati personali. Il gioco si chiama “Twitter Data Dash” e, affiancando le classiche informative che spesso vengono bellamente ignorate dagli utenti, questo nuovo modo di pensare all’informativa privacy prova ad avvicinare i suoi utenti verso al mondo della Privacy in maniera leggera e giocosa.
Roblox: la privacy non è un gioco da ragazzi
Uno degli effetti della pandemia e dei successivi lockdown nazionali è stato certamente quello di aver aumentato in maniera esponenziale le ore che i minori passano davanti allo schermo. Di conseguenza, era inevitabile che ciò si riflettesse in maniera positiva sul mercato videoludico. A questo aumento ha certamente contribuito Roblox, il quale, più che un videogioco, è una piattaforma online per videogiochi. Infatti, tramite l’editor di Roblox, chiunque può creare un videogioco con le più svariate tematiche e meccaniche. Gli unici punti in comune sono la grafica, la quale ricorda vagamente i Lego, ed il fatto di poter monetizzare il gioco.
Dark Pattern e consenso privacy con le nuove Linee Guida 3/2022
Poche settimane fa l’European Data Protection Board ha pubblicato la versione 1.0 (per la consultazione pubblica) delle “Linee guida 3/2022 sui Dark Patterns nelle interfacce sulle piattaforme dei social media: Come riconoscerle ed evitarle”.