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Secondo il Tar Lazio il genitore divorziato che corrisponde un assegno di mantenimento è legittimato all'accesso dei dati relativi agli studi universitari della propria figlia, anche se maggiorenne, al fine dell'eventuale revisione dell'obbligo di assegno.

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A seguito di numerosi reclami pervenuti dai clienti di Free Mobile, nel 2020 l’autorità per la protezione dei dati francese (CNIL), aveva avviato un’indagine sull’operatore mobile del gruppo Iliad per verificarne la conformità alle disposizioni del GDPR, e adesso la stessa CNIL rende noto di aver riscontrato violazioni multiple, riguardanti i diritti degli interessati, promozioni indesiderate, e misure di sicurezza.Per questo la CNIL ha inflitto una sanzione di 300.000 euro all’operatore di telefonia, che in Francia ha oltre 13 milioni di clienti.

È risaputo che trovare lavoro è sempre più difficile, ma pare che anche la gestione delle proprie candidature sui siti di recruitment sia diventata una corsa a ostacoli. Se finora chi si iscriveva su uno dei vari portali di selezione del personale era già abituato a dover fornire molte informazioni sul proprio conto, di certo non ci si aspetterebbe poi che per accedere al proprio account l’agenzia chieda anche copia della bolletta dell’energia elettrica o dell’acqua potabile.

Incorre in sanzioni il titolare del trattamento che trascura l'istanza di accesso proposta ai sensi del regolamento europeo sulla protezione dei dati. Anche se la domanda è complessa perché l'interessato chiede pure copia dei documenti conservati. Lo ha evidenziato il Garante privacy con l'ordinanza ingiunzione n. 236 del 16 giugno 2022.

Il titolare del trattamento è sempre tenuto a soddisfare la richiesta di esercizio dei diritti da parte dell’interessato, nei tempi previsti dalla normativa in materia di protezione dati personali. È quanto si evince da un provvedimento del Garante Privacy che ha sanzionato un’azienda commerciale per 20mila euro, non solo per aver utilizzato senza consenso i dati di un cliente per finalità promozionali, ma anche per le successive condotte tenute nei suoi confronti.

Tim dovrà pagare una sanzione di 150 mila euro per aver negato a un abbonato l’accesso ai propri tabulati telefonici necessario per potersi difendere in sede penale. Lo ha deciso il Garante per la protezione dei dati personali. Con l’accesso ai tabulati, l’abbonato, intestatario di due utenze di cui una in uso ad un’altra persona, intendeva raccogliere informazioni da produrre in un processo penale a sostegno della propria difesa, volta a dimostrare l’estraneità ai fatti che gli venivano contestati. Non avendo ricevuto riscontro alle sue reiterate richieste da parte della Società, si era rivolto al Garante per poter ricevere i tabulati in tempo utile per l'udienza del processo penale.

Tutte le versioni intermedie di un atto sono conoscibili con una richiesta di accesso ai sensi del Gdpr (regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679). Sempreché di queste versioni non definitive sia conservata una copia. Se manca o non è rintracciabile la versione preliminare, al contrario, non viola la privacy la scuola che non dà accesso a un documento di cui non è in possesso.

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