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Il diritto di accesso può essere esercitato a condizione che, in seguito a una delicata operazione di bilanciamento di interessi, la situazione giuridica rilevante sottesa alla richiesta di ostensione può essere considerata di rango almeno pari al diritto alla riservatezza di altro consociato. E si badi, una simile comparazione tra diverse se non opposte esigenze - accesso e riservatezza - va effettuata non in astratto bensì in concreto, sulla base dei principi di proporzionalità, pertinenza e non eccedenza.

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Un avvocato che ha risposto in ritardo a una richiesta di accesso dei suoi dati non è stato sanzionato dal Garante pur violando il GDPR per aver oltrepassato i termini concessi, perché il danno è stato ritenuto minimo, e per questo ha ricevuto “solo” un ammonimento dall’autorità.

Secondo il Tar Puglia (sentenza 1499/2021) nessun dubbio: le regole in tema di trasparenza documentale si applicano oltre che alle pubbliche amministrazioni anche ai soggetti privati chiamati all'espletamento di compiti di interesse pubblico; e per il Tar vanno senz'altro considerati tali i gestori del servizio di telefonia e di navigazione Internet.

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La nozione normativa di documento amministrativo suscettibile di formare oggetto di istanza di accesso documentale è ampia e può riguardare ogni documento detenuto dalla Pa, incluse le immagini registrate e conservate in sistemi di videosorveglianza urbana.

Con il Gdpr rispondere sulla privacy non è cortesia ma atto dovuto. Il destinatario dell'istanza di accesso ai dati personali deve sempre riscontrare la richiesta, anche se la verifica ha esito negativo. L'articolo 12 del regolamento europeo 679/2016 parla chiaro: non è il richiedente a dover dimostrare che il destinatario abbia la qualità di titolare oppure di responsabile del trattamento dei dati personali di chi propone l'istanza. È quanto emerge dall'ordinanza 9313/23, pubblicata il 4 aprile dalla prima sezione civile della Cassazione.

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Il 19 gennaio 2022, durante la sessione plenaria, l’EDPB ha adottato le Linee guida sul diritto di accesso ai dati personali da parte dell’interessato.  Già nel novembre 2019, nel corso di un evento su questo tema, i più importanti player avevano espresso le proprie opinioni in merito al diritto di accesso. Il Board, raccogliendo queste opinioni, ha sentito l’esigenza di pubblicare Linee guida per fornire, tra l’altro chiarimenti sulla portata del diritto di accesso, sulle informazioni che il titolare del trattamento deve fornire all’interessato, sul formato della richiesta di accesso, sulle principali modalità di fornitura dell’accesso e sulla nozione di “manifestamente infondata” o “richiesta eccessiva”.

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Diritto di accesso privacy anche nei confronti degli organi di polizia, anche se un po' speciale. E con il controllo del giudice, se non è concesso. È quanto si desume dalla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione europea (Cgue) del 16/11/2023, resa nella causa C-333/22.

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I responsabili del trattamento devono essere adeguatamente selezionati, per fornire sufficienti garanzie circa il loro operato. Le garanzie devono essere, per quanto possibile, oggetto di verifica, considerando anche i rapporti di forza tra Titolare e Responsabile. L’audit è uno degli strumenti possibili per avere tale evidenza. Inoltre, ai Responsabili possono essere richiesti, da parte del Titolare, documenti afferenti le attività di quest’ultimo. Alla regolamentazione di questi temi, all’interno dei documenti che disciplinano il rapporto tra Titolare e Responsabile è dedicato l’articolo.

Dopo il primo precedente in Italia del Tribunale meneghino del 2021 (Tribunale Milano sezione I, ordinanza 9 febbraio 2021), ecco una pronuncia del Tribunale felsineo (Tribunale di Bologna, ordinanza 25 novembre 2021 – Giud. Est. Neri), adottato lo scorso novembre 2021 in materia di trasmissione e successione dei dati digitali agli eredi del de cuius e che si aggiunge ad altre decisioni, emesse da tribunali di altri paesi, dando così la misura della rilevanza che il fenomeno dell'eredità digitale sta assumento negli ultimi anni.

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Una recente pronuncia del TAR della Puglia (TAR Puglia, sez. II, 2 novembre 2021, n. 1579) ha affrontato il caso di un automobilista coinvolto in un sinistro stradale che ha richiesto i filmati delle telecamere comunali ai sensi della Legge 241/90. Come noto si tratta della normativa sull’accesso ai documenti amministrativi che consente di richiedere documenti, dati e informazioni detenuti da una Pubblica Amministrazione riguardanti attività di pubblico interesse, purché il soggetto richiedente abbia un interesse diretto, concreto e attuale rispetto al documento stesso.

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