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L'antivirus gratuito Avast spia gli utenti online e vende i loro dati alle aziende

L'antivirus gratuito Avast spia gli utenti online e vende i loro dati alle aziende

Chi scarica gratis l'antivirus Avast sarà spiato e i dati della sua attività online venduti a grandi aziende. E' una nuova e approfondita indagine comune di Vice e PCMag a far luce sulla portata di questo problema, denunciando i rischi sulla privacy del singolo utente.

Tinder, il bottone antipanico condivide i dati personali con aziende terze come Facebook e YouTube

Tinder, il bottone antipanico condivide i dati personali con aziende terze come Facebook e YouTube

Il prezzo della propria sicurezza su Tinder - con l’aggiunta del bottone antipanico - si pagherà a discapito della propria privacy: a rivelarlo è Gizmodo che, dopo un’attenta analisi dell’applicazione, ha rivelato come la nuova funzione condivida i dati personali con aziende terze, come Facebook e YouTube.

Vestager, in arrivo una strategia privacy

Vestager, in arrivo una strategia privacy

Regole più stringenti per tutelare i cittadini europei nell’era dell’intelligenza artificiale. Dopo la nota congiunta della vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourova e del commissario per la Giustizia e i consumatori Didier Reynders circa la necessità di di proteggere la riservatezza dei cittadini, oggi la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager annuncia che a breve sarà pubblicato un libro bianco.

Tar Lazio: se scaricare una app costituisce un contratto il consenso dei minori non vale

Tar Lazio: se scaricare una app costituisce un contratto il consenso dei minori non vale

Se scambiare dati per scaricare una app è un contratto, allora i minori non possono dare il consenso a trattare i propri dati ai social network e ai gestori di servizi della società dell'informazione. È questo uno degli effetti dell'applicazione del principio enunciato dalla sentenza del Tar Lazio n. 261/2020. Così ci vorrebbe il consenso dei genitori se un minorenne vuole scaricare una app dando in cambio i dati.

L’Ue stoppa il riconoscimento facciale: “No all’utilizzo nei luoghi pubblici”​​

L’Ue stoppa il riconoscimento facciale: “No all’utilizzo nei luoghi pubblici”​​

Gli occhi saranno la nostra password, ma nell'era della sorveglianza di massa, i nostri dati biometrici - il volto, l'altezza, i segni particolari - conservati in giganteschi database, potrebbero essere usati per spiarci e seguirci ovunque. Mentre in Cina, come negli Stati Uniti, l'utilizzo del riconoscimento facciale nei luoghi pubblici diventa sempre più invasivo, l'Unione europea frena sull'utilizzo di una tecnologia ad alto rischio per la privacy e prepara una moratoria per valutare i potenziali pericoli.

Oltre un miliardo di referti medici online consultabili liberamente da chiunque

Oltre un miliardo di referti medici online consultabili liberamente da chiunque

Cosa accade agli esiti degli esami medici ai quali tutti noi ci sottoponiamo più o meno regolarmente? La prassi prevede la conservazione dei documenti in un ambiente sicuro, accessibile solo al diretto interessato e al personale autorizzato per finalità inerenti la cura delle patologie, anche in considerazione della natura sensibile dei dati. In verità le modalità attuate da ospedali e cliniche risultano essere spesso poco in linea con quanto vorrebbero le buone pratiche legate alla sicurezza e alla privacy dei pazienti.

Privacy Day Forum 2024, il trailer della giornata

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