Anonymous viola la Pec di 30mila avvocati
Violata la posta elettronica certificata di 30mila avvocati iscritti all'Ordine di Roma; questo l'ultimo colpo messo a segno dal collettivo di hacker Anonymous Italia. Tra i dati diffusi ci sono anche alcune mail della sindaca della Capitale, Virginia Raggi. Il movimento ha pubblicato sul proprio blog anche alcuni screenshot delle presunte mail ricevute dalla prima cittadina da parte dell'amministrazione dell'Ordine degli avvocati circa le quote di iscrizione.
La rivendicazione del collettivo pro-Wikileaks - «Salve cittadini Italiani, oggi Anonymous, con questa operazione e con l'avvicinarsi dell'anniversario della loro cattura, vuole ricordare i vecchi Amici Aken e Otherwise arrestati nel Maggio 2015», si legge nel post del network pro-Wikileaks che annuncia l'operazione di hackeraggio. E conclude: «Non avete capito che Anonymous non ha leader? Arrestati 2 altri 100 ne nascono. Abbiamo continuato la nostra lotta, e nonostante gli arresti noi non ci arrendiamo».
Gli accertamenti della Polizia Postale - Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche (Cnaipic) della Polizia Postale è ora al lavoro per accertare l'esatta portata della violazione rivendicata da Anonymous Italia. Al momento la Procura capitolina non ha formalmente aperto un fascicolo di indagine ma il Cnaipic è intervenuta per acquisire dati ed elementi per le indagini successive.
Presidente Ordine avvocati: denuncia per i responsabili - L'attacco informatico subito dall'Ordine degli Avvocati di Roma - sottolinea il presidente Antonino Galletti - «rappresenta una gravissima violazione non solo della privacy degli iscritti e dell'integrità dell'istituzione forense, ma anche una violazione penalmente rilevante di un diritto costituzionalmente garantito, quale quello dell'inviolabilità della corrispondenza». «I tecnici della azienda di software che fornisce l'infrastruttura tecnologica all'Ordine capitolino - spiega - sono al lavoro insieme ai funzionari della polizia postale per verificare l'entità del danno e chiudere la falla. Secondo le verifiche dell'azienda, le caselle di posta violate sono quelle i cui titolari non hanno cambiato la password iniziale assegnata dal fornitore. Tutti i responsabili - conclude - saranno naturalmente denunciati all'autorità giudiziaria».
Fonte: Il Sole 24 Ore