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Visualizza articoli per tag: dark web

Dopo un data breach che aveva recentemente colpito Wawa, una catena americana di minimarket e stazioni di servizio negli Stati Uniti, sono stati messi in vendita nel Dark Web i dati delle carte di credito e di debito rubati ad oltre 30 milioni di cittadini americani e ad un milione di clienti stranieri.

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Di recente il sito 23andMe ha annunciato di aver subito una fuga di dati di un milione di profili di utenti con origini ebree, e a quanto pare non sembra che fossero state implementate le misure di sicurezza necessarie per la tutela di tali particolari dati.

Viene offerto in vendita in un bazar nel Dark Web, un database con i dati di oltre 460.000 carte di credito. A riferirlo è la Group-IB, società di intelligence sulle minacce informatiche del Gruppo Intel, la quale afferma che il 98% dei clienti coinvolti  provengono da banche indiane.

Le notizie sono recentissime. Per bypassare la censura russa, dopo il blocco imposto da Mosca, Twitter ha lanciato una versione protetta del social cui gli utenti possono accedere scaricando il browser Tor. Anche la Bbc ha lanciato una sorta di Radio Londra in versione 5.0 cui è possibile accedere «utilizzando strumenti di elusione» come lo stesso Tor browser o l'app Psiphon. Quindi il dark web questa volta è utilizzato per fini virtuosi anche se, come più volte abbiamo sottolineato in questa Rubrica, continua a nascondere il peggio della rete.

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Domenica, 25 Ottobre 2020 09:49

Le bugie hanno le gambe corte: il caso Luxottica

Avevano detto che non era successo nulla. Qualche giornalista rasserenante aveva addirittura titolato “Attacco ransomware blocca Luxottica, ma la reazione è da manuale: ecco perché”. Impietosamente avevo preferito il mio “Luxottica pensi alla sicurezza dei suoi sistemi informatici invece che agli smart glasses”. 

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Nel Dark Web i dettagli della carta di credito di un utente sono prezzati tra i 5 e i 16 euro, mentre quelli del conto Paypal partono da 42 fino ad arrivare a 418 euro. A dirlo è una ricerca della società di sicurezza Kaspersky, che ha analizzato le offerte presenti su dieci forum e mercati darknet internazionali.

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Il mio numero di telefono è disponibile su internet, sottoscrivendo un account a pagamento su un sito accessibile a chiunque. Quasi certamente lo è anche il vostro. Così come quello del presidente del Consiglio Conte, del ministro Bonafede e del presidente della Camera Fico. E persino del Garante della privacy Antonello Soro.

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La Rewterz Threat Intelligence, una società di cybersecurity pakistana, ha scoperto sul Dark Web un annuncio pubblicato da un hacker ignoto riferito alla messa in vendita dei dati personali di 115 milioni utenti di telefonia mobile del Pakistan, nazione che conta in totale una popolazione di circa 210 milioni di abitanti.

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Per i furbetti del Green Pass non c’è bisogno di andare nel Dark Web o su qualche canale Telegram di truffatori per procurarsi un valido QR Code pagando centinaia di euro, perché si può comprare con pochi click a 9,99 euro su Alamy, noto sito di vendita online di immagini in stock.

I dati personali di 73 milioni di attuali o ex clienti AT&T sono finiti online. Si tratta di informazioni come indirizzi, numeri di previdenza sociale e codici di accesso che nelle ultime ore sono state pubblicate sul dark web, come riporta la BBC, citando un comunicato del noto colosso statunitense delle telecomunicazioni.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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