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Il 48% degli italiani vuole avere rapporti amorosi solo con chi è già vaccinato. Questo è almeno quello che emerge da una ricerca commissionata da Kaspersky sul comportamento di 18 mila utenti delle app per il dating online. Il dato dimostra una volta ancora come siano cambiate le nostre abitudini a causa della pandemia, e non è certo un segreto che durante i mesi di isolamento le persone hanno trascorso più tempo sulle app di incontri.

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L’Autorità Garante per la privacy ha aperto un’istruttoria per il trattamento dei dati personali da parte delle app di food delivery. Il 19 giugno è toccato a Deliveroo, ma anche le concorrenti, come Just eat, Glovo e Uber eats, gestiscono molti dati personali dei clienti iscritti.

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App per i minori pericolose e molto spesso illegittime. Sono pericolose perché spiano i bambini, li tracciano e, prendendo il controllo dei dispositivi utilizzati, diffondono i loro dati anche in paesi in cui la tutela della riservatezza non è adeguata. Sono a rischio di illegittimità se non c'è stato il consenso dei genitori, perché secondo la legge italiana il minore di età non può concludere un contratto e, di conseguenza, scaricare una app (che per la disciplina italiana è assimilabile in molti casi a un contratto).

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Una ricerca di Federprivacy evidenzia che su 500 tra le più diffuse app di giochi rivolte ai minori il 93,8% contiene tracker che spiano i comportamenti online dei giovanissimi utenti, e quasi la metà delle app trattano dati in paesi non sicuri per la privacy. Nell’87% dei casi non risulta nominato un Data Protection Officer. Bernardi: “Vengono presentate come innocui giochi per i soggetti più vulnerabili ma raccolgono massivamente informazioni profilando su larga scala i loro comportamenti online”.

Un'enorme mole di fotografie, registrazioni audio, chat private, ricevute di pagamento per "prestazioni particolari", ed altre informazioni sessualmente esplicite di almeno centomila utenti di varie app di incontri sessuali erano online e potenzialmente accessibili da chiunque. La scoperta è stata fatta dai ricercatori di Vpn Mentor che hanno trovato i dati sensibili in un archivio di 845 gigabyte con quasi 2,5 milioni di record interamente ospitato su un singolo account di Amazon Web Services (AWS), e probabilmente riconducibile ad un unico sviluppatore denominato "Cheng Du New Tech Zone", il quale è menzionato in modo ricorrente nei database rinvenuti sul web dagli esperti di sicurezza informatica.

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Il giudice Mike Feuer, della Corte Suprema della California, ha imposto alla app “The Weather Channel” (e ad IBM Corporation che l’ha comprata nel 2015 per due miliardi di dollari) di porre fine all’acquisizione di informazioni degli utilizzatori e soprattutto alla condivisione di tali dati con soggetti terzi senza avvertire gli interessati.

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Pinduoduo è una delle app per lo shopping online più popolari in Cina, che vende abbigliamento, generi alimentari e praticamente qualsiasi altra cosa a oltre 750 milioni di utenti al mese. Ma secondo i ricercatori sulla sicurezza informatica, può anche aggirare la sicurezza dello smartphone degli utenti per monitorare le attività su altre app, controllare le notifiche, leggere i messaggi privati e modificare le impostazioni del dispositivo su cui è installata.

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Pensavano di raccontare i loro traumi e i loro disagi solo allo psicologo online in via confidenziale e riservata, ma in realtà i pazienti erano di fatto spiati e le informazioni venivano condivise con social media come Facebook, TikTok, e anche Google.

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Nello svolgimento della vita quotidiana di ciascuno di noi, l’utilizzo delle app è ormai diventata la normalità. Ne esistono di svariato tipo, proprio per rispondere alle esigenze di ciascun utente: app per gli acquisti online, per la prenotazione di appuntamenti o sedute di training, app per la gestione dell’home banking, app in grado di misurare parametri legati alla salute, app per la spesa online, app per il food delivery… potremmo continuare fino all’infinito! Ma, poniamo attenzione alla tutela dei dati personali nell’utilizzo di tali app? Innanzitutto, bisogna porre particolare accortezza ai seguenti aspetti, utilizzando la dovuta cautela.

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Privacy International, l'ente londinese che si batte per una maggiore privacy degli utenti, ha scoperto che molte applicazioni per cellulari, che usano il sistema operativo Android, inviano i dati personali a Facebook senza il permesso degli utenti. Non un fatto da poco.

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Il presidente di Federprivacy al TG1 Rai

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