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Medici che violano la privacy dei pazienti sui social network, fenomeno in aumento
In Europa è scoppiato il caso dei medici che divulgano sui social informazioni sensibili dei pazienti. Un fenomeno che ha serie ripercussioni legali: le Autorità cominciano infatti ad affrontare il problema. Ad esempio, recentemente il Garante di Cipro ha fatto una multa di 14.000 euro ad un medico che aveva pubblicato su Internet i dati sensibili di un paziente senza il suo consenso.
Necessarie non solo norme giuridiche ma anche princìpi etici per regolare la privacy della società digitale
Nella società digitale la possibilità di acquisire informazioni personali e utilizzarle illecitamente per discriminare i cittadini è continuamente dietro l’angolo, tanto più con l’intelligenza artificiale che necessita di essere attentamente regolata non solo da norme giuridiche, ma anche da principi etici di base, che sono indispensabili per evitare scenari finora riservati agli incubi e, purtroppo, anche ai fantasmi della storia passata.
No alla pubblicazione di immagini lesive della dignità del malato, neanche se è la madre a denunciare la sua difficile qualità di vita
Non si possono pubblicare immagini lesive della dignità di un malato neanche per denunciare la sua difficile qualità di vita. Lo ha ricordato il Garante Privacy nell’ammonire la madre di una giovane donna rimasta paralizzata a causa dell’aggressione dell’ex fidanzato.
Online le preferenze politiche dei cittadini, l’autorità per la protezione dei dati sanziona una società informatica
A seguito di una denuncia da parte della ong noyb, il cui è fondatore è l’attivista Max Schrems, l’Autorità Garante per la protezione dei dati di Malta (Information & Data Protection Commissioner) ha inflitto una sanzione di 65.000 euro alla C-Planet, una società del settore informatico che aveva raccolto illegalmente i dati personali del 98% degli elettori maltesi, comprese le loro preferenze politiche, senza adottare adeguate misure di protezione dei dati. Successivamente la C-Planet non aveva neanche comunicato una violazione dei dati né agli utenti né all’autorità di controllo.
Piattaforma per il contrassegno unificato disabili europeo: ok del Garante della Privacy
Via libera del Garante per la protezione dei dati personali al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) sul documento relativo alle specifiche tecniche della Piattaforma unica nazionale per la gestione dei CUDE, il Contrassegno Unificato Disabili Europeo, associato ai numeri di targa di veicoli che trasportano persone con disabilità.
Pornhub sotto la lente del Garante Privacy: richiesti chiarimenti su profilazione degli utenti e sistemi di tracciamento online
Il Garante per la protezione dei dati personali ha chiesto informazioni a MG Freesites Ltd, la società cipriota che gestisce il sito Pornhub, riguardo alla versione italiana del sito. Diversi i profili sui quali l’Autorità intende fare luce, dopo il reclamo di un utente. La società dovrà chiarire se effettua trattamenti di profilazione degli utenti e, in tal caso, con quali modalità e finalità.
PornHub, qualche passo avanti sulla privacy, ma l’accountability richiede un percorso di miglioramento continuo
Impossibile non ricordare la questione relativa alla Privacy Policy di PornHub con tanto di richiesta di chiarimenti da parte del Garante. A distanza di alcuni mesi dalla prima modifica della privacy policy c’è stato un nuovo aggiornamento il 23 maggio. Qualche passo avanti la nota piattaforma lo ha effettivamente fatto, ma l’approccio di accountability comporta un percorso di miglioramento continuo.
Predicatori porta a porta, testimoni di Geova a prova di privacy
Alcuni mesi fa una sentenza della Corte di Giustizia UE aveva stabilito che anche i predicatori porta a porta sono tenuti a rispettare la normativa sulla protezione dei dati personali.
Privacy & confessioni religiose, “no a radicalizzazione di forme di tutela”
“Il regolamento contiene per la prima volta un riferimento alle confessioni religiose, che possono avere discipline parallele di cui viene valutata la conformità rispetto al quadro normativo civile”. Lo dice al Sir Giovanni Buttarelli, garante europeo per la protezione dei dati personali, che oggi è intervenuto alla giornata di studio promossa dalla Pontificia Università Santa Croce su “Chiesa e protezione dei dati personali”. “La Chiesa cattolica, come altre istituzioni religiose europee, non può che beneficiare del Gdpr che soddisfa tre esigenze.
Quattro dipendenti su dieci scoprono la retribuzione dei colleghi a causa del "disordine digitale"
Secondo una delle ultime ricerche di Kaspersky Lab dal titolo "Sorting out digital clutter in business” , quasi quattro dipendenti su dieci (37%) tra quelli che hanno partecipato allo studio dell’azienda sul tema hanno ammesso di aver avuto accesso, in modo accidentale, a informazioni riservate sui colleghi, come a indicazioni circa l’importo degli stipendi e dei bonus aziendali.