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Nonostante circa 1,3 milioni di utenti avessero disattivato la cronologia delle posizioni sui loro smartphone ed altri dispositivi elettronici, Google li aveva ugualmente tracciati raccogliendo i dati di geolocalizzazione e inviando loro annunci pubblicitari mirati in base alla loro posizione e alle loro preferenze.

Ha suscitato scalpore il caso di Cambridge Analytica, come se non sapessimo che Facebook non è proprio il miglior amico della nostra privacy. Assorbiti dai suoi aspetti ludici a suon di condivisioni e “like”, avevamo forse dimenticato che se un’azienda fattura 40 miliardi di dollari l’anno fornendo servizi gratuiti ai propri utenti, c'è la concreta possibilità che il reale prodotto siamo noi con le informazioni personali che ci riguardano.

Sette associazioni di consumatori in Europa sono pronte a denunciare Google ai rispettivi garanti nazionali perché con il suo sistema di geolocalizzazione degli utenti non rispetterebbe le nuove regole Ue sulla privacy. Lo rende noto l'associazione ombrello europea dei consumatori Beuc, di cui fanno parte la Forbrukerradet (Norvegia), Consumentenbond (Olanda), Ekpizo (Grecia), dTest (Repubblica ceca), Zveza Potrosnikov Slovenije (Slovenia), Federacja Konsumentow (Polonia) e Sveriges Konsumenter (Svezia).

Google è di nuovo nel mirino delle autorità di controllo in Europa. Questa volta è la Data Protection Commission irlandese (Dpc) ad aver avviato un’indagine sul colosso di Mountain View per valutare se la sua attività di raccolta e uso dei dati personali violi le norme previste dal Gdpr. In particolare, la commissione ha puntato il faro sul trattamento e la condivisione dei dati relativi alla geolocalizzazione, usati dalla compagnia anche nella profilazione dei suoi utenti anche per fini commerciali.

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Era stato accusato di aver ingannato gli utenti sulla privacy inducendoli a pensare erroneamente che per disattivare il rilevamento della loro posizione bastasse disattivare la funzione nelle impostazioni del proprio account, quando invece Google continuava a geolocalizzarli raccogliendo questo tipo di informazioni. E adesso il colosso tecnologico della Silicon Valley dovrà pagare un maxi risarcimento di 392 milioni di dollari.

Molti servizi Google sui dispositivi Android e IOS registrano i movimenti degli utenti, anche se le impostazioni sulla privacy selezionate chiedono esplicitamente di non farlo. Un nuova inchiesta dell’Associated Press ha infatti dimostrato che i dati sulla posizione vengono continuamente registrati da Google, anche se l’utente ha utilizzato un’impostazione di privacy che ne vieta esplicitamente la raccolta e il trattemento. I risultati riportati dall’analisi di Ap sono stati poi confermati anche dai ricercatori di informatica della Princeton University degli Stati Uniti.

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Giovedì, 10 Ottobre 2019 09:49

Ora Google può sapere anche quando andate al bagno

Qualsiasi cosa stiamo cercando, ormai siamo praticamente tutti abituati a interrogare Google, sia che si tratti di ottenere informazioni su un prodotto che ci interessa acquistare, di trovare qualche buon ristorante nella zona in cui ci troviamo, oppure quando dobbiamo raggiungere un certo indirizzo. E se dobbiamo riconoscere che il servizio Google Maps è effettivamente lo strumento più efficace e a portata di mano per arrivare a una destinazione, è anche interessante sapere che tra poco potrebbe aiutarvi anche nel caso aveste necessità di trovare il gabinetto pubblico più vicino.

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Anstel Telecomunicazioni pubblica il report sulle App insospettabili che rivelano i tradimenti. E’ noto che in circa il 40% delle cause di separazione in Italia, WhatsApp è presente come prova, ma ciò che emerge dal report, è che le App che nascondono più segreti sono quelle insospettabili.

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TV9, il presidente di Federprivacy alla trasmissione 9X5

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