L’incompetenza degli addetti al trattamento dei dati personali preoccupa il 65% dei DPO
Il 65% degli oltre mille Data Protection Officer intervistati nel corso di un sondaggio condotto dall’Osservatorio di Federprivacy temono che una possibile situazione d’emergenza come quelle derivanti da ransomware o altri data breach possa scattare a causa dell’impreparazione o dell’incompetenza del personale che tratta dati personali in azienda, e il 58% dei DPO pensano che l’innesco potrebbe essere l’errore umano dall’interno, ovvero il cosiddetto “Insider Threat”.
Il mancato rispetto delle procedure aziendali da parte degli addetti, che sia per incompetenza o negligenza, preoccupa invece il 56% dei DPO intervistati, mentre oltre la metà di essi (53%) vede nella carenza di risorse umane competenti una penalizzazione per lo svolgimento del proprio ruolo nel caso in cui si dovesse verificare una criticità o una situazione d'emergenza.
Quanto emerso dalle interviste agli addetti ai lavori ricorda l’importanza di quanto prescritto dall’art.29 del Gdpr riguardo alle persone che devono trattare i dati aziendali, ovvero che “chiunque agisca sotto l’autorità del titolare del trattamento, che abbia accesso a dati personali non può trattare tali dati se non è istruito in tal senso”.
Se da una parte il DPO ha il compito di sorvegliare che la normativa in materia di protezione dei dati personali venga rispettata, d’altra parte è responsabilità del management aziendale porre le condizioni necessarie affinchè il personale sia debitamente autorizzato al trattamento dei dati, e che sia stato inoltre istruito e formato secondo modalità operative che rispondano a requisiti di efficace attuazione del Regolamento UE 2016/679 per soddisfare le esigenze di accountability e sicurezza dei dati aziendali.
Diversamente, un dipendente o un collaboratore non dovutamente preparato a cui viene affidato l'incarico di gestire dati personali costituisce un vero e proprio rischio e una potenziale minaccia per la sicurezza delle informazioni aziendali ed espone anche al rischio delle sanzioni previste dal GDPR.
Il sondaggio “Il ruolo del Data Protection Officer nei casi critici e nelle situazioni di emergenza” è iniziato a metà settembre e si concluderà la sera del 30 settembre 2022 ed è rivolto a tutti i professionisti che ricoprono il ruolo di DPO. A ottobre sarà poi pubblicato il rapporto completo a beneficio di tutti gli addetti ai lavori.
Coloro che rispondono alle dieci domande del sondaggio (che richiede circa 7/8 minuti), oltre a visualizzare i risultati progressivi, hanno la possibilità di ricevere in omaggio la nuova mini guida "Privacy Primi Passi" senza alcuna spesa di spedizione.