Cortese Paolo Romani,
mi spiace cogliere nei suoi toni un disappunto che non comprendo, forse ho sbagliato nel ritenere questa una sede di proficuo confronto e non un'agone tra detentori del vero. Mi asterrò, dopo questo, da futuri commenti che, evidentemente, rischiano di essere interpretati, mio malgrado, come lesa maestà.
Mi limito brevemente a replicare, però, che contestazione è termine riconducibile, tra l'altro, anche al diritto penale (contestazione del capo d'accusa) processualcivilistico (fatti dedotti e contestati) e del diritto del lavoro (contestazione disciplinare).
Convengo con lei che le FAQ non siano fonti di diritto, ma assai meno lo solo i pareri professionali, per quanto autorevoli. Nelle more del tanto atteso DPCM, essendo costretti ad avanzare ipotesi ermeneutiche in vista dell'ormai imminente 15 ottobre, sarei orientata ad attenermi alle prime, confidando che la perseguibilità morale di una delazione pubblicamente avallata dal Governo sarà un peccato veniale.
Mi scuso ancora per aver infastidito chiunque.
Cordiali saluti