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Dati personali di mezzo milione di proprietari di auto in vendita nel Dark Web

I dati personali di centinaia di migliaia di proprietari di autoveicoli nel Regno Unito di marca Bmw, Mercedes, Honda, Hyundai e Seat, sono stati trafugati da un gruppo di hacker e messi in vendita nel Dark Web. La massiccia violazione dei dati personali degli automobilisti inglesi è stata scoperta dalla società di intelligence israeliana Kela, la quale ha osservato che su mezzo milione di intestatari di auto su cui hanno messo mano i cybercriminali, ben 384.319 erano proprietari di Bmw, mentre il resto erano possessori di Honda, Hyundai, Mercedes e automobili Seat.

Anche Bmw tra le vittime del data breach

(Sono proprietari di Bmw ben 384.319 interessati i cui dati personali sono finiti in vendita nel Dark Web)

L’operazione criminale è stata eseguita da un gruppo di hacker chiamato KelvinSecurity Team, che ha rubato il database da un call center che si occupa dell’assistenza per conto di diverse case automobilistiche nel Regno Unito.

A dimostrazione dell’effettivo possesso del database, gli hacker hanno anche rilasciato in un forum del Dark Web una sere di informazioni come iniziali e cognomi dei proprietari Bmw, i loro indirizzi e-mail, gli indirizzi di casa, i numeri di veicoli e altri dettagli. Secondo gli esperti di Kela, la maggior parte delle informazioni nel database è datata tra il 2016 e il 2018.

La società di sicurezza ha detto alle agenzie di stampa che il KelvinSecurity Team è molto attivo nel Dark Web, mettendo in vendita nel solo mese di giugno ben 16 database che appartenevano ad appaltatori del governo degli Stati Uniti e altri che contenevano dati sullo sviluppo di armi militari russe.

Probabilmente gli hacker useranno i dati dei proprietari delle Bmw e delle altre auto per furti di identità o campagne di phishing o frodi online, ragion per cui coloro che hanno una o più auto delle suddette marche dovrebbero essere particolarmente prudenti quando d’ora in poi riceveranno email che sembrano provenire dalle case automobilistiche, ma che in realtà potrebbero provenire da malintenzionati.

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