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Oblio speciale per prosciolti e archiviati: con la riforma della giustizia penale il giudice potrà imporre la deindicizzazione in rete
Oblio speciale per i prosciolti e archiviati. Su richiesta, il Giudice potrà imporre la deindicizzazione e, quindi, l'anonimato in rete. Così lo schema di d.lgs di riforma della giustizia penale, approvato il 4/8/2022, in via preliminare, dal consiglio dei ministri, che darà attuazione alla legge n. 134/2021. Lo schema messo a punto dai tecnici del ministro della giustizia si occupa del diritto all'oblio degli imputati e delle persone sottoposte ad indagini, proponendo di inserire una nuova disposizione tra quelle di attuazione del codice di procedura penale. La norma proposta presenta alcuni punti di attrito con l'articolo 17 del Gdpr. In effetti anche se la novella richiama il Gdpr, ci sono molti aspetti in cui le due disposizioni non sembrano perfettamente coordinate. Vediamo perché.
Possibile invocare il diritto all'oblio anche senza nome e cognome della persona se questà è comunque identificabile
Il diritto all'oblio può essere invocato - in casi particolari - anche partendo da dati presenti sul web che non siano il nome e il cognome dell'interessato, nel caso in cui essi lo rendano comunque identificabile, anche in via indiretta.
Quando il cronista diventa storico, con il passare del tempo il diritto all’oblio si rafforza
Quando il cronista diventa storico, allora il diritto all’oblio si rafforza. Ovvero, la pubblicazione di un articolo che, a distanza di anni, ripropone, con nome e cognome del protagonista, fatti ormai passati, non è legittima. A meno che si tratti di personaggi tuttora di pubblico interesse.
Rimozione dei contenuti da internet: le regole del Garante Europeo per la protezione dei dati
Il Garante europeo per la protezione dei dati (EDPS) ha pubblicato la versione finale delle sue linee guida sui criteri di adozione del diritto all’oblio nei motori di ricerca, ai sensi dell’articolo 17 del regolamento generale sulla protezione dei dati dell’UE. Il documento è apparso sul sito dell’istituzione comunitaria il 7 luglio. Il garante europeo della protezione dei dati (EDPS) è l’autorità indipendente per la protezione dei dati dell’Unione europea (UE).
Sanzione da 600mila euro a Google per violazione del diritto all'oblio
In Belgio l’Autorità per la protezione dei dati ha inflitto una sanzione da 600.000 euro a Google per mancato rispetto del "diritto all'oblio". Google aveva respinto la richiesta di un cittadino belga, che ha un ruolo di rilievo pubblico, il quale aveva chiesto di rimuovere i risultati di ricerca che lo riguardavano e ritenuti da lui obsoleti e dannosi dai risultati del motore di ricerca.
Se gli utenti non possono revocare facilmente il consenso scatta la sanzione
Quando riceviamo mail pubblicitarie o veniamo contattati nell'ambito di campagne di marketing e domandiamo agli operatori come abbiano ottenuto i nostri dati personali, spesso ci troviamo di fronte ad un muro di gomma, e la risposta che riceviamo è che "abbiamo dato il consenso", come se per il fatto che se in una certa occasione di cui neanche abbiamo ricordo abbiamo dato un consenso più o meno consapevole avessimo firmato una condanna ad essere perseguitati vita natural durante da spam e promozioni aggressive.
Se la biografia non è più attuale il motore di ricerca deve deindicizzare la notizia
Secondo la Corte di Cassazione (sentenza 36021/2023) la “deindicizzazione” dai motori di ricerca dei contenuti presenti sul web rappresenta il punto di equilibrio tra gli interessi in gioco: l’inviolabile riservatezza personale; il diritto di ogni cittadino a sapere chi ha di fronte in metro o a cui affidare i propri figli al nido.
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Sito fake riferito al nome di un imprenditore, il Garante della Privacy ordina la rimozione dei risultati di ricerca dal web
Il Garante Privacy ha ordinato a Google la rimozione dai risultati di ricerca di un Url collegato a un sito web falso, il cui indirizzo era formato dal nome e cognome di un imprenditore italiano e al cui interno erano riportate affermazioni lesive della reputazione personale e professionale.
Viola la privacy il giornale che fornisce informazioni e particolari della vita privata delle persone se non c’è un nesso con la notizia
Viola la privacy e diffama il giornalista che, nel riferire un fatto di cronaca, fornisce notizie e particolari della vita privata di persone che non hanno attinenza con la notizia principale. Partendo da questo principio la Cassazione (sentenza 22741/2021) conferma la condanna del redattore e del direttore responsabile di un quotidiano, colpevoli di aver svelato fatti personali dei familiari della vittima di un incidente stradale: un musicista noto a livello locale.