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No al diritto all’oblio per chi si è macchiato di reati gravi e la cui vicenda giudiziaria si sia da poco conclusa e sia ancora di interesse pubblico. Con questa motivazione il Garante privacy ha ritenuto infondata la richiesta di deindicizzazione di alcuni articoli recenti presentata da un uomo condannato a due anni di reclusione per detenzione di materiale pubblicato da Al-Qaida che aveva scontato la sua pena.

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Una persona ha diritto a veder deindicizzati dai motori di ricerca gli articoli che riportano vicende giudiziarie risalenti nel tempo alle quali è poi risultata estranea. Il principio è stato affermato dal Garante per la privacy che ha dichiarato fondati i reclami presentati da due persone ed ha ordinato a Google di rimuovere gli url agli articoli reperibili facendo una ricerca online con i loro nominativi.

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Venerdì, 14 Giugno 2024 07:01

Garante Privacy: il Gdpr vale anche per Wikipedia

Il trattamento di dati personali effettuato da Wikipedia ricade sotto il GDPR e ai contenuti pubblicati si applicano le norme sull’attività giornalistica e la manifestazione del pensiero. È quanto ha stabilito il Garante, dopo il reclamo di un interessato che non aveva visto soddisfatta la richiesta di cancellazione di un articolo biografico, relativo a una vicenda giudiziaria, da parte di Wikipedia.

Il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto legislativo per la riforma del processo penale (riforma “Cartabia”). Sono però state suggerite maggiori garanzie per i dati degli imputati, degli indagati e di tutte le altre persone coinvolte nei procedimenti penali.

Una pesante sanzione da 10 milioni di euro è stata inflitta a Google da parte dell'autorità per la protezione dei dati personali spagnola (AEPD), che ha contestato al colosso di Mountain View due infrazioni "gravissime" per aver "ceduto illecitamente dati a terzi “e ''ostacolato il diritto all’oblio dei cittadini''. A renderlo noto è lo stesso garante con un comunicato stampa diramato lo scorso 18 maggio.

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Google paga i danni morali per la mancata rimozione delle url - relative ad una notizia oggetto di una condanna per diffamazione - comprese quelle riferibili ai siti gestiti da altri motori di ricerca. E questo perché Google come internet service provider, mette a disposizione degli utenti i riferimenti necessari per identificarli. La Cassazione (sentenza 18430/2022) respinge il ricorso di Google Llc, contro la condanna a pagare 25 mila euro di danni morali a causa della sofferenza patita da un utente.

Paese che vai, storia che trovi. È questo più o meno il senso delle conclusioni con le quali l’avvocato generale della Corte di giustizia Maciej Szpunar ha suggerito ai giudici europei di decidere che quando Google disindicizza un contenuto in accoglimento di una richiesta di “oblio”, il contenuto in questione deve divenire inaccessibile, via Google, dall’Europa ma non anche dal resto del mondo.

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Per la prima volta in Italia il Tribunale civile di Milano ha ordinato in via cautelare d'urgenza a Apple di fornire ai genitori di un ragazzo, morto in un incidente stradale un anno fa, il recupero dai suoi account dei contenuti digitali del figlio, andati persi sul telefonino distrutto nello schianto ma sincronizzati online (e dunque recuperabili) sulla "nuvola-cloud" della compagnia.

Apple deve prestare assistenza alla vedova per il recupero dei dati dell'account iPhone del marito morto improvvisamente, "anche mediante consegna delle credenziali di accesso", perché la volontà di recuperare video e foto, anche dei e per i figli piccoli, rientra tra quelle "…ragioni familiari meritevoli di tutela" indicate dal Codice della privacy (Dlgs n. 101/2018). Lo ha deciso il Tribunale di Roma, ordinanza del 10 febbraio 2022 (Rgn 63936/21), accogliendo il ricorso di una mamma contro Apple Distribution International Limited.

Giovedì, 17 Maggio 2018 20:16

In cosa consiste il diritto all’oblio?

Il diritto all’oblio può essere definito come il diritto di un individuo ad essere dimenticato, o più precisamente, a non essere più ricordato per fatti che lo riguardano e che in passato sono stati oggetto di cronaca. Il suo presupposto è che l’interesse pubblico alla conoscenza di un certo fatto è racchiuso in quello spazio temporale necessario ad informarne la collettività, e che con il trascorrere del tempo diminuisce progressivamente fino a scomparire.

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Privacy Day Forum: il servizio di Ansa

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